OLGA MUGNAINI
Cronaca

L’arte religiosa della Grande Madre Russia

Apre oggi a Palazzo Pitti il nuovo museo delle icone: in mostra permanente 78 capolavori collezionati dai Medici e dai Lorena

di Olga Mugnaini

E’ la più antica raccolta di icone fuori dalla Russia, messa insieme in anni di appassionato collezionismo, e raramente esposta al pubblico.

Da oggi, l’arte religiosa della Grande Madre Russia trova un posto nel cuore di Firenze, nella reggia di Palazzo Pitti, dove sarà esposta in maniera permanente. La collezione di 78 icone russe, raccolta già dai Medici e soprattutto dai Lorena nel corso del Settecento e dell’Ottocento, verrà infatti per la prima volta presentata in un suggestivo allestimento.

Si tratta di quattro grandi sale con affreschi seicenteschi affacciate sul cortile al piano terra di Palazzo Pitti: appena restaurati, questi spazi entrano ora a far parte del normale percorso di visita della reggia medicea.

L’allestimento del museo, con la curatela storico-artistica di Daniela Parenti, è improntato alla leggerezza e alla trasparenza e privilegia la facilità di lettura delle icone, dotate di didascalie in italiano, inglese e cirillico, lasciando intatta la vista degli affreschi del ‘600 che ornano le pareti e i soffitti. Gli ambienti della Reggia medicea, appositamente restaurati non sono mai stati regolarmente aperti al pubblico. Anche l’elegantissima Cappella Palatina, con gli affreschi ottocenteschi di Luigi Ademollo, ora interamente restaurata verrà riaperta e sarà visitabile tutti i giorni.

Tra le opere più pregiate della collezione, da segnalare i due pannelli che compongono il Menologio, il calendario delle festività religiose ortodosse divise per semestri: ogni pannello si compone di venti file orizzontali con scene sacre e figure di santi, ciascuna identificata da un’iscrizione. L’icona con Santa Caterina d’Alessandria, è databile al 1693-1694 grazie al punzone nella oklad di argento dorato (il rivestimento metallico che copre alcune parti delle icone).

La principessa martire è raffigurata con attributi molto simili a quelli rappresentati nell’arte occidentale: la palma e la ruota del martirio, i libri e la sfera armillare che alludono alla sua vasta conoscenza. L’opera è attribuita all’atelier del Palazzo dell’Armeria, la bottega che lavorava alla corte dello zar nel palazzo del Cremlino a Mosca, ed è affine allo stile di Kiril Ulanov, uno dei più noti maestri fra XVII e XVIII secolo. Solo di un esemplare della collezione fiorentina si conosce l’autore, Vasilij Grjaznov, che firma l’icona della Madre di Dio di Tichvin, datata 16 luglio 1728. Si tratta di una replica dell’immagine miracolosa che secondo la tradizione apparve nel 1383 a Tichvin. Nel dipinto, la data è iscritta secondo il sistema occidentale, introdotto in Russia dallo zar Pietro il Grande (1672-1725) insieme ai numeri arabi e al calendario giuliano, in sostituzione di quello bizantino fino ad allora in uso. Gli esemplari più antichi della collezione sono l’icona raffigurante la Madre di Dio, del tipo detto ‘’In te si rallegra ogni creatura’’, e quella con la Decollazione del Battista. Il loro arrivo a Firenze è legato al collezionismo dei Medici. Le due icone facevano infatti parte degli oggetti liturgici conservati nella cappella delle Reliquie a Palazzo Pitti già nel 1639, con Ferdinando II e della consorte Vittoria della Rovere.

"Con l’inaugurazione del Museo delle Icone russe si compie un grande passo verso l’apertura di tutte le sale affrescate del piano terra di Palazzo Pitti - spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt –. La raccolta fiorentina si distingue dalle altre per il fatto di esser composta prevalentemente da esemplari di piccole e medie dimensioni, destinate alla devozione privata delle famiglie e ad essere portate in viaggio". L’ambasciatore della Federazione Russia in Italia, Sergey Razov, ha aggiunto: "Auguro alla Galleria degli Uffizi nuovi interessanti progetti e prosperità, e ai suoi ospiti meravigliose scoperte nel mondo dell’iconografia russa".