BARBERINO TAVARNELLE
Cronaca

L’artigiano dei giganti. Dal Gengis Khan di 7 metri fino a Dettori e Ascot. La storia diventa bronzo

La fonderia Art’ù di Sambuca Val di Pesa e il talento per la regina e i big "Quando mi ha chiamato il governo mongolo pensavo fosse uno scherzo".

L’artigiano dei giganti. Dal Gengis Khan di 7 metri fino a Dettori e Ascot. La storia diventa bronzo

di Benedetto Ferrara

Cera, polistirolo, poliurietano, bronzo. Una grande testa di Gengis Kahn, forme astratte, una donna dal fisico atletico e armonico ripiegata su se stessa, il volto di un fantino con tanto di cap. E poi due grandi forni. I mille e cinquecento metri quadri del capannone al numero civico 128 di via Leonardo da Vinci, nella zona industriale di Sambuca Val di Pesa, contengono un mondo surreale fatto di arte e fatica. Sembra di essere a Cinecittà, là dove nascono e riposano le scenografie di pellicole immortali o semplicemente di passaggio.

Invece questo è l’immenso laboratorio di Gaetano Salmida, artista e uomo chiave per la realizzazione di opere altrui. La fonderia artistica Art’ù è alla terza generazione. Il figlio Cosimo, ventun’anni, impara l’arte e potrebbe raccontarne la quarta. Qui ci sono quindici dipendenti, tutti motivati da imprese che a loro modo resteranno nella storia. L’ultimo anno ha segnato qualcosa di importante per la vita di questa fonderia nata a Grassina e poi duplicata qui sulla Pesa, perché lo spazio non bastava più.

"Quando mi hanno chiamato dal governo mongolo per la costruzione di una statua in bronzo di Gengis Kahn credevo fosse uno scherzo. E invece:..". E invece l’opera monumentale è arrivata al traguardo: sette metri di altezza per il museo di Ulan Bator dedicato all’imperatore guerriero simbolo di una nazione povera e orgogliosa. Ma l’ultima creazione è sicuramente la più pop, perché finita su tutte le tv del paese di sua maestà Re Carlo III. Inaugurata dieci giorni fa a Ascot, l’ippodromo più celebre di Inghilterra e simbolo ippico nel mondo, la statua del fantino star Gianfranco Dettori detto Frankie ha attirato i media e la curiosità di appassionati e non, perché Frankie è il top, perché doveva dare l’addio alle corse e invece no, andrà a correre in California. Ma poco cambia, l’opera adesso c’è e la regina Camilla non poteva mancare alla cerimonia di saluto al re di Ascot, al più vincente, al simbolo di un mondo fatto di corse, di vittorie e di the e confidenze con sua maestà la regina Elisabetta seconda, una donna che adorava Frankie e il suo carisma che galoppava sull’erba della storia.

"Camilla ci ha voluto conoscere. Ha detto che Firenze è sempre nel suo cuore. Una soddisfazione per noi che abbiamo lavorato a lungo a questo progetto dello scultore Tristam Lewis". Gaetano , maestro della fusione a cera persa, ha vinto premi, insegna e crea le sue sculture senza volersi confrontare con i tanti maestri che passano di qui, come il fiorentino Paolo Staccioli o l’americana Carol Feuerman, celebre per le sue nuotatrici iperrealiste. Il suo sogno è un crowfounding per una statua in bronzo di Davide Astori, magari da inserire nel paesaggio del Viola Park.

"Sono un tifoso viola fino al midollo", racconta Gaetano, mentre mostra una statua di Narciso Parigi impolverata. "Me l’ha commissionata il comune di Campi Bisenzio, ma per problemi di permessi è qui da due anni" dice senza nascondere un certo dispiacere. Certo che quel Gengis Khan alto tredici metri commissionato dal governo mongolo attira molta curiosità. "Il fatto è che loro hanno sempre lavorato con le fonderie cinesi. Ma da quando il governo di Pechino ha deciso di svalutare storicamente la figura del padre della Mongolia hanno deciso di guardare altrove".

E così lo scultore Luvsan Bold ha creato il suo Gengis Khan completamente in 3D e qui a due passi da Firenze l’opera è stata realizzata e impacchettata. "Chiaramente in modo da essere assemblata a Ulan Bator. Il problema era il trasporto, ma soprattutto erano gli otto piani di scale da fare per raggiungere la sala dove sarebbe stata posizionata la statua". La realizzazione del Gengis Khan è difficile da tradurre in entità dell’investimento. Si parla comunque di milioni. Il Re di Ascot invece è costato più o meno 100 mila euro, soldi raccolti da un crowfounding a cui ha partecipato lo stesso Dettori, ma voluto e finanziato in gran parte da un magnate di Hong Kong.

"Sono davvero emozionato. Ho sempre sentito il calore del pubblico di Ascot, avere una statua qui per me è un grande onore" ha detto Frankie mentre i fotografi e le telecamere lo inquadravano davanti al bronzo di se stesso. Per Gaetano, Claudia, Laura, Cosimo, Andrea e tutti gli altri è stato un giorno davvero speciale. Una grande famiglia di amici abituati alla fatica, alla creatività e al lavoro dietro le quinte non nasconde la soddisfazione. Gaetano però alza gli occhi al cielo: "La mia paura è che questo mestiere vada a scomparire. Sono pochi i ragazzi che hanno voglia imparare". Però Cosimo c’è. E sorride. Gengis Khan invece no. Ciò che resta di lui in questo capannone è una grande testa in polistirolo dallo sguardo severo. E’ il ruolo che lo impone. Da sempre.