
Cliente in un sexy shop
Firenze, 11 marzo 2024 - Ha scoperto talenti come Alex Magni e Laura Panerai. Ha prodotto la bellezza di 1187 film a luci rosse, “ma non ho mai partecipato come attore: per me è solo business”. Gerardo Spagnesi, imprenditore fiorentino dell’hard, ex produttore cinematografico fondatore di quella CentoxCento che nata dal nulla è diventata forse la più nota casa del settore prima che venisse spazzato dallo streaming, è il titolare del sexy shop Impulse di via dei Vanni, che tra pochi giorni approderà in via Dosio al posto della vecchia latteria (poi diventata bar).
Spagnesi, un negozio di articoli erotici non è una scelta fuoritempo?
"La concorrenza dell’online si sente parecchio. Prima avevo anche il fondo accanto e tre commessi. Ho 72 anni e di andare a vedere i cantieri ancora non ho voglia. Il proprietario mi ha chiesto di liberare il locale e ne ho cercato un altro. Quando andrò in pensione forse proseguirà mio figlio".
Ormai vende solamente, ma è stato noto per le sue produzioni cinematografiche. Come è diventato dal nulla uno dei più noti cineproduttori hard?
"Ho avuto tante attività: rappresentante di liquori, poi un ingrosso di dolciumi, infine un negozio di videocassette e lì mi prese l’idea di specializzarmi in porno. Non mi interessava la pornografia, ma il business. Nel ’94 ho aperto qui. Prima si iniziò vendendo produzioni di altri, poi decidemmo di farle per conto nostro. C’erano quasi solo film americani tradotti a giro e la gente chiedeva prodotti amatoriali. Nel ’99 si fondò la CentoxCento. Si vendeva anche 15mila cassette/dvd al mese".
E gli attori?
"Venivano persone che volevano guadagnare con il sesso. Ho ricevuto richieste da più di duemila donne, mi mandavano le foto per partecipare e tirar su due soldi. Gli uomini invece lo facevano pure gratis".
Dalla CentoxCento però professionisti ne sono emersi...
"Solo Alex Magni lo è diventato davvero. La Panerai? L’ho tirata fuori io, è stata una delle migliori".
Ma sua moglie non era gelosa?
"Sì, e non le dò torto, ma io non ho mai partecipato. Per me è lavoro e basta. Mi è capitato di stare a lungo in una stanza accanto a Selen nuda, il sogno di tanti, ma non mi è neanche sfiorato il pensiero".
Poi però è arrivato internet...
"Dal 2013 non abbiamo più la produzione, non è più un business. Il marchio è stato comprato da una società di Rimini che lavora soprattutto per l’online".
E l’idea del sexy shop com’è nata?
"Mi chiedevano oggettistica abbinata ai film. Così feci l’esame per la licenza, la commissione si imbarazzò..".
Qualche malumore però si è sollevato a Legnaia per la scritta sexy shop e le vetrine oscurate…
"È un negozio qualunque, certo riservato agli adulti, non va ghettizzato. Perciò, per dare questo segnale, nel 2013 decisi di renderlo visibile come un qualsiasi altro negozio di vicinato. Ma la gente si vergognava a entrare e mi calò di molto il fatturato. Così per via Dosio ho deciso di dare il massimo della privacy ai clienti".