
Oggi prenderà la tessera. Presto un ruolo nel partito. I colonnelli: Piantedosi felice se Matteo torna al Viminale.
Sovranisti sì, ma pure autonomisti old style. Composti nei toni e nell’eloquio – quasi a rinnegare le ’sbracciate’ del Senatur prima maniera –, ma al tempo stesso capaci (ancora) di scivoloni politicamente scorrettissimi. E tutto in attesa del convitato di pietra del primo giorno, il generale Roberto Vannacci – atteso oggi a Firenze – che con un lodo cucitogli addosso potrebbe prendersi tessera e gradi di potere in un quarto d’ora. Perfino ad Alberto da Giussano i leghisti 4.0 – compattatisi (all’apparenza) tra le robuste mura della Fortezza da Basso – farebbero venire il mal di testa. È una Lega che risale nei consensi, ma è al contempo alla frenetica ricerca di una nuova identità, di un punto di caduta tra le vecchie battaglie autonomiste nel Belpaese e le strizzate d’occhio ai governi di ultradestra europei. E il generale Vannacci, valore aggiunto potenziale in termine di consensi (anche nelal rossa Toscana), rischia di essere una figura boomerang. Quanto più divisiva nello scavare un solco profondo tra i puristi delle origini della ’Liga’ e la cordata ultra sovranista. Da oggi ci sarà un’intera classe dirigente del Carroccio che avrà un movente in meno per attaccare il generale eurodeputato. Il tesseramento (in cambio della vicesegreteria) consente un ingresso organico e alla pari rispetto agli altri quadri di rango federale. Come? Il nuovo Statuto escogitato da Calderoli in veste di ragioniere e votato per alzata di mano è decifrabile: Salvini ora può scegliersi 4 e non più solo 3 vice, non più vincolati dal requisito della decennale anzianità di militanza.
Nonostante nei privé circostanti al Congresso altro non si è fatto che sussurrare l’accordo tra Salvini e Vannacci, il doge Zaia fino all’ultimo ha provato a tenere la linea ("per essere vice segretario bisogna essere tesserati"), senza dubitare del suo futuro nonostante la futura convivenza col generale: "Nasco in Lega e muoio in Lega", taglia corto Zaia. Dopo la prima giornata, la svolta sovranista avviata nel lontano 2013 può dirsi compiuta. Chiedere al vicario di Salvini, Crippa: "Chi arriva in Italia senza un permesso di soggiorno e un lavoro non è un immigrato, ma un clandestino. Chi bivacca in tante zone dei nostri paesi e nelle nostre città non è un cittadino rumeno, ma uno zingaro. E gli immigrati clandestini e gli zingari in Italia non ci dovrebbero stare". E ancora sul Viminale. "Piantedosi? Noi non buttiamo via persone. Stiamo dicendo che Salvini, dato che non è più imputato, può tornare a fare il ministro dell’Interno. Credo la persona più felice in tal caso sia Matteo Piantedosi che è stato un validissimo capo gabinetto proprio di Salvini".
Emanuele Baldi Francesco Ingardia