Un auditorium, un palcoscenico per la lirica, per concerti sinfonici e da camera, uno spazio per conferenze e per il cinema. Trasformabile e flessibile, la nuova Sala Zubin Mehta è prima di tutto un prodigio di acustica.
Realizzata in 900 giorni di lavoro, di cui 700 in emergenza Covid, la struttura completa il “Parco della Musica“, a cui ora mancano solo pochi dettagli, fra cui il completamento dei ponti mobili del palco della sala lirica, l’apertura dei ristoranti e del parcheggio interrato. Il tutto previsto per la metà del 2022.
L’investimento è stato di 260 milioni di euro, in gran parte finanziato con i soldi dello Stato stanziati per le celebrazioni dei 150 anni dall’Unità d’Italia. A realizzare l’intero complesso sono state le imprese Sac e Igit, su progetto dello studio Abdr Architetti Associati.
"Il nuovo Auditorium è uno spazio unico nella sua specialità - ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani –, in cui l’architettura del suono incontra l’architettura della costruzione". Tra le magie della Sala, la possibilità di trasformare il palcoscenico in buca dell’orchestra, calare dall’alto sipario e arlecchino, modificare lo spazio del coro in zona per il pubblico.
"Come in un grande strumento musicale è l’architettura della Sala ad assicurare la migliore performance acustica senza correzioni aggiuntive – spiegato l’architetto Paolo Desideri, della Abdr –. Un risultato reso possibile dall’interazione tra la progettazione architettonica e l’ingegneria acustica affidata alla Müller di Monaco. Possiamo affermare con orgoglio che non esiste altra sala con uguale livello di trasformabilità".
E poi la sfida legata ai tempi e al budget: "Con cuore e orgoglio abbiamo concluso questo progetto e sfatato il luogo comune che vuole che le grandi opere pubbliche arrivino in ritardo e con aumento dei costi - ha aggiunto Emiliano Cerasi, ceo della Sac -. L’amministrazione Comunale, il Maggio e l’impresa, si sono concentrati sull’obiettivo di rispettare la data finale. E l’Auditorium Mehta è diventato l’orgoglio di tante piccole e medie imprese artigiane italiane che hanno lavorato per consegnare a Firenze e all’Italia un’opera meravigliosa". "A proposito dei lavori - ha concluso Giorgio Caselli, dirigente Belle Arti del Comune - i nostri uffici tecnici, con 18 persone, hanno diretto e concluso i il terzo lotto nel momento più difficile, per l’emergenza Covid e la presenza dell’attività teatrale". E infatti, per un bel po’ hanno dovuto convivere due “orchestre“: quella del Maggio e quella del cantiere.
Infine la parola a colui che ha già messo alla prova la sala che porta il suo nome: "Fin dalle prime note suonate dalla nostra Orchestra e cantate da Coro - ha detto Mehta – mi sono convinto che quest’Auditorium sarà una delle grandi e più importanti sale di musica di tutta Europa, con un suono meraviglioso".
Olga Mugnaini