"L’autonomia differenziata indebolirà anche le regioni del Nord". L’analisi di Stefano Fassina

L'ex viceministro Fassina critica l'autonomia differenziata in Italia, sottolineando come la frammentazione territoriale indebolisca anche il Nord. Effetti negativi evidenziati, come l'eccessiva burocrazia per le imprese.

"L’autonomia differenziata indebolirà anche le regioni del Nord". L’analisi di Stefano Fassina

L'ex viceministro Fassina critica l'autonomia differenziata in Italia, sottolineando come la frammentazione territoriale indebolisca anche il Nord. Effetti negativi evidenziati, come l'eccessiva burocrazia per le imprese.

"Un’Italia che si frantuma in tanti staterelli indebolisce anche il Nord", questa in estrema sintesi l’analisi di Stefano Fassina, economista ed ex viceministro a economia e finanze del governo Letta, autore di Perché l’autonomia differenziata fa male anche al nord, al centro di un dialogo ieri a Palazzo Strozzi Sacrati aperto dalla sindaca Sara Funaro e proseguito con gli interventi dell’autore, del governatore Eugenio Giani, di Vannino Chiti, già ministro e presidente della Regione e di Gianna Fracassi, segretaria nazionale Flc Cgil, moderati da Cristina Privitera, vicedirettrice de La Nazione. L’economista nel corso della presentazione – alla quale erano presenti consiglieri e assessori regionali – ha citato esempi "degli effetti negativi" della legge Calderoli, come "i contraccolpi dell’escalation di burocrazia per le imprese: con norme per chi produce o vende in più regioni da moltiplicare per 21 (19 regioni, 2 province autonome)".