
Con l’iniziativa, la Regione punta all’alleanza tra istituzioni, sindacati e terzo settore. Assessora Nardini: "Offriamo protezione e un’alternativa concreta alle vittime".
Rafforzare le azioni di prevenzione, i controlli e gli interventi finalizzati all’emersione dello sfruttamento lavorativo. Una piaga, dalla quale, purtroppo, nessun territorio o settore può dirsi immune". A dirlo, l’assessora regionale al lavoro Alessandra Nardini, che ha presentato così il progetto Soleil.
Con l’iniziativa, la Regione Toscana punta a creare un’alleanza tra istituzioni, sindacati e terzo settore per andare oltre la repressione e accompagnare l’inclusione di chi denuncia lo sfruttamento. Acronimo di servizi di orientamento al lavoro ed empowerment interregionale legale, Soleil nasce in adesione a una manifestazione d’interesse del Ministero del lavoro, sotto la guida dell’allora ministro Orlando. La Toscana ha partecipato in partenariato con Lazio, Abruzzo, Molise e Marche: il progetto è stato quindi finanziato con 4 milioni e 750 mila euro grazie alle risorse del Pn Inclusione 2021-2027 e proseguirà fino a settembre 2026. Diversi i settori interessati: non solo quello agricolo, ma anche il comparto della moda e dei servizi. Numerosi anche i partner: Anci Toscana, Unioncamere Toscana, Comune di Viareggio (capofila della Rete Satis), l’Ats costituita dalle organizzazioni sindacali, dalle loro agenzie formative e da realtà del terzo settore, come "L’Altro Diritto", "Solidarietà Caritas", Oxfam, Co&So, Mestieri Toscana, e Arci Toscana.
"Questo progetto ci consente di offrire una reale protezione e un’alternativa concreta alle vittime di sfruttamento – ha spiegato ancora Nardini – incentivando così la denuncia delle condizioni di ricatto in cui si trovano. Chi è sfruttato infatti fatica a far emergere la situazione di ingiustizia e illegalità a cui è sottoposto se non si vede garantita una concreta alternativa per vivere con dignità".
Soleil fa tesoro anche di esperienze progettuali virtuose che in Toscana ci sono state negli scorsi anni e in particolare di Apres, progetto finanziato dalla Regione con risorse nazionali, che ha supportato, tramite 6 sportelli, 942 persone, di cui 213 vittime di sfruttamento lavorativo e 313 potenziali vittime. "Mettiamo competenze diverse per sostenere le vittime di sfruttamento lavorativo – continua Nardini – grazie a una presa in carico integrata, consentendo loro di far emergere le condizioni a cui sono sottoposte. Lo fanno sapendo di poter contare su una serie di azioni per l’assistenza abitativa ed economica e di strumenti per favorire il loro reinserimento legale nel mondo del lavoro". Una battaglia che è anche per la legalità. "Dove c’è sfruttamento lavorativo e illegalità – conclude l’assessora – vengono meno anche la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Quindi la battaglia contro lo sfruttamento è anche per la salute e la sicurezza, oltre che per la dignità".
Lisa Ciardi