DISANDRA NISTRI
Cronaca

Lavoro Licenziamenti alla Acme. Sciopero e presidio di protesta

Adesione totale alla contestazione sotto l’azienda. Fiom-Cgil: "Devono essere trovate modalità diverse"

Lavoro Licenziamenti alla Acme. Sciopero e presidio di protesta

Lavoro Licenziamenti alla Acme. Sciopero e presidio di protesta

di Sandra Nistri

Adesione totale, ieri mattina, allo sciopero e presidio indetto da Fiom Cgil e Uilm alla Acme Srl di Calenzano, una della quattro società del gruppo Florence Luxury Leather (FLL) di Scandicci specializzate in servizi integrati per la moda e la pelletteria di lusso, che lunedì scorso ha formalizzato l’apertura della procedura di licenziamento per tutti i 14 lavoratori dell’azienda di via Goldoni, zona Settimello. Una ‘doccia fredda’ motivata, secondo l’azienda, da un calo degli ordinativi e la più generale flessione del settore ma, insieme ai licenziamenti, non è prevista la cessazione dell’attività.

Negli ultimi mesi la Acme ha fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria e si sono dimessi circa la metà dei lavoratori, alcuni dei quali dopo poco tempo assunti in Griba, altra società del gruppo FLL che realizza accessori metallici. Una decisione dovuta dunque a una crisi che coinvolge il settore moda ma – secondo Fiom Cgil e Uilm di Firenze – "la decisione di affrontare i problemi licenziando è inaccettabile".

"Devono essere trovate modalità diverse – sottolinea Iuri Campofiloni Segreteria Fiom Cgil - in particolare il riassorbimento dei 14 lavoratori per cui è previsto il licenziamento nelle altre aziende del gruppo. La crisi nel settore moda che insiste su questo territorio dal giugno 2023 e che ha visto fino ad oggi utilizzare due milioni e mezzo di ore di cassa integrazione, infatti, non tocca solo la Acme".

Ieri da Fiom e Uilm è partita anche la richiesta di attivazione di un tavolo per l’Unità di crisi della Regione Toscana su Acme. Solidarietà ai lavoratori della Acme intanto arriva anche dal sindaco di Calenzano Riccardo Prestini che, ieri mattina, ha partecipato al presidio. Il primo cittadino, in particolare, appoggia la richiesta delle sigle sindacali di aprire immediatamente un tavolo di crisi in Regione, dando la piena disponibilità del Comune a partecipare e nello stesso tempo auspica che l’azienda ritiri i licenziamenti, che si impegni a cercare una collocazione dei 14 dipendenti nelle altre società del gruppo e che vengano estesi anche a questi lavoratori gli ammortizzatori sociali previsti per le situazioni di crisi.