SANDRA NISTRI
Cronaca

Lavoro, metalmeccanici in sciopero: "Licenziamenti e turni da 12 ore"

Presidio sotto Ellebi. Il Cobas: "Tagliano personale perchè manca lavoro, ma poi fanno fare straordinari"

Lavoro, metalmeccanici in sciopero: "Licenziamenti e turni da 12 ore"

Alcuni dei lavoratori metalmeccanici in presidio davanti all’azienda

Sciopero e presidio per l’intera giornata di ieri dei lavoratori della Ellebi, società metalmeccanica che, nella sede di via Giusti, produce componenti metalliche per i grandi brand della moda. A scatenare l’agitazione, promossa dal Sudd Cobas, il licenziamento di due operai avvenuto secondo l’azienda, nel luglio scorso, per motivi legati alla crisi del comparto moda. Nel contempo, però, il lavoro sarebbe proseguito per altri dipendenti con turni di 12 ore e anche il sabato. "La proprietà – dice infatti Luca Toscana Sudd Cobas Firenze – Prato – ha motivato i licenziamenti con una asserita mancanza di lavoro ma in realtà in azienda dopo si è continuato a fare un uso abnorme del lavoro straordinario, come abbiamo potuto constatato documentando entrate e uscite dei dipendenti, e del lavoro dei sabati con una paga oraria fra l’altro bassissima, pari a 5 euro l’ora. Questa cosa è emblematica perché se è vero che è innegabile che una crisi di volumi esista nel comparto moda è altrettanto innegabile che questa fatto non possa essere affrontato e discusso senza affrontare anche il tema degli orari di lavoro che esistono e che denunciamo da tempo. Finché ci sarà un lavoratore che opera 12 ore al giorno noi non vogliamo sentir parlare di crisi occupazionale".

I dipendenti della Ellebi, di proprietà cinese, sono oltre 50,molti stranieri. "Dopo l’intervento del sindacato – prosegue Toscano – l’azienda ci ha proposto la riassunzione dei due lavoratori ma a tempo determinato, cosa che chiaramente non è stata accettata. I due lavoratori, dunque, dovranno essere assunti a tempo indeterminato, altrimenti continueremo a protestare e a scioperare". Durante il presidio è stata riproposta la campagna del Sudd Cobas "Shame in Italy", per denunciare "situazioni di questo tipo che sono una vergogna".