ANDREA SETTEFONTI
Cronaca

Lavoro nel Chianti sotto la lente: "Il territorio rischia di impoverirsi"

A preoccupare Scalia (Cgil) è la situazione della pH. L’azienda ribatte: "Piano di crescita, non delocalizziamo"

I lavoratori della pH davanti all’azienda in una foto pubblicata dalla Cgil

I lavoratori della pH davanti all’azienda in una foto pubblicata dalla Cgil

"pH ci tiene con il fiato sospeso per la scelta unilaterale di una multinazionale di spostarsi a chilometri di distanza. Per il resto, nel Chianti vertenze conclamate preoccupanti, al momento non ce ne sono", spiega Laura Scalia, coordinatrice Cgil Chianti. "Neppure Laika, che affronta un momento vero di contrazione del mercato, è preoccupante. Certo per chi non viene stabilizzato è un dramma, ma sta dentro un bacino, concordato tra organizzazioni sindacali e azienda, dove mantiene la priorità sulle nuove assunzioni".

Per tornare alla pH, Scalia sottolinea come, paradossalmente, non si sia "di fronte a una azienda in crisi, ma si sposta di chilometri e costringe circa 275 dipendenti a spostarsi, ad attraversare Firenze. È una azienda che potrebbe sviluppare una crisi, una crisi sociale per aver messo in difficoltà i dipendenti alcuni dei quali vengono da Siena", continua Scalia. "Oltre al fatto che viene impoverito un territorio dal momento che ci lavorano prevalentemente laureati, con master". Scalia, propone un "monitoraggio per tenere sotto attenzione l’area del Chianti, terra di industrie, ma anche di agroalimentare e di export, e di turismo. Un monitoraggio per le filiere che potrebbero avere difficoltà".

Oltre a questo, la proposta è di "un patto per il lavoro anche con i Comuni di Bagno a Ripoli e Impruneta, come sviluppato con la vertenza Sacci, che dia garanzie occupazionali e aiuti a cercare alternative". Anche Yuri Vigiani di Filcam Cgil Firenze, parla di "momento molto difficile per una crisi mascherata sulla quale non c’è chiarezza da parte della proprietà che ha dato tre giustificazioni diverse a tre interlocutori, abbiamo difficoltà a capire". E continua, "se andarsene è una scelta irreversibile, la sfida è portare tutti nella nuova sede, ma sarà sicuro che la forza lavoro non sarà quella attuale". Per quanto riguarda l’azienda, una nota di pH, realtà del gruppo Tüv Süd, spiega che "il trasferimento della sede operativa da Barberino Tavarnelle a Calenzano rientra in un progetto di innovazione finalizzato a sostenere e promuovere la crescita dell’azienda, senza impatti sull’occupazione e con l’obiettivo di migliorare l’efficienza produttiva". Ovvero "si tratta di uno spostamento logistico, non di una delocalizzazione: la nuova sede, situata a poche decine di chilometri di distanza, resta all’interno della Città Metropolitana di Firenze. La decisione nasce da esigenze organizzative e produttive, con l’obiettivo di riunirsi in un’unica struttura tre unità operative oggi separate, migliorando l’efficienza complessiva dell’attività".

Per quanto riguarda i dipendenti, spiega pH, "circa il 72% del personale toscano risiede già nell’area Metropolitana di Firenze, il 14% risiede nell’area del Chianti, il 13% risiede nel senese". E, tiene a precisare, "il trasferimento non implica tagli al personale, ma è concepito per sostenere un’ulteriore crescita , anche in termini occupazionali".

Andrea Settefonti