STEFANO BROGIONI
Cronaca

L’azienda della trave. I pm: "Due ai domiciliari". E l’amministratore lascia

Il cinque marzo gli interrogatori preventivi davanti al giudice Zatini. D’Eugenio (Rdb) si dimette dalla carica: "Ma ho rispettato la legge".

Una delle travi nel cantiere di via Mariti

Una delle travi nel cantiere di via Mariti

di Stefano Brogioni

Firenze

La trave “sbagliata“ e la strage di via Mariti del 16 febbraio dell’annno scorso: la procura di Firenze ha chiesto gli arresti domiciliari per Alfonso D’Eugenio e Carlo Melchiorre, legale rappresentante della Rdb Ita spa di Teramo il primo, e responsabile dell’ufficio calcolo e responsabile tecnico di produzione, il secondo. Secondo la procura, le misure cautelari si rendono necessarie al fine di evitare il protrarsi di condotte potenzialmente pericolose.

Una misura, ma più lieve, quella dell’interdizione, è stata invece avanzata per Marco Passaleva, l’ingegnere con il ruolo di direttore dei lavori.

Il giudice, Antonella Zatini, li interrogherà il prossimo cinque marzo: gli avvisi per gli interrogatori preventivi sono il frutto di una recente riforma del guardasigilli Nordio in materia di restrizione delle libertà personali.

L’appuntamento dinanzi al giudice è per il 5 marzo. I tre indagati saranno accompagnati dai rispettivi legali: Fabrizio Acronzio e Sigfrido Fenyes per D’Eugenio, Eriberto Rosso per Melchiorre, Pier Matteo Lucibello per Passaleva.

Nel frattempo, nell’azienda di Casoli di Atri, dove è stata progettata la trave, e nella “sorella“ Italprefabbricati Spa, che ha sede anch’essa nella località abruzzese e che ha lo stesso management, l’arrivo dell’ennesimo avviso della magistratura ha provocato uno scossone.

D’Eugenio si è infatti dimesso dalla carica di amministratore unico di entrambe le scoietà. Gesto che, viene spiegato in una nota della Rdb Ita Spa, è dettata "dall’esigenza di poter esercitare nella massima libertà il proprio diritto alla difesa nell’ambito del procedimento penale pendente presso il tribunale di Firenze nel quale risulta indagato" e al "contempo consentire alla società di assumere in piena autonomia ogni iniziativa necessaria a tutela dei propri interessi".

L’ex amministratore, nel lasciare le due cariche, ha ribadito "di aver sempre operato nel pieno rispetto della legge e nell’esclusivo interesse della società".

Le accuse. La procura di Firenze, con i sostituti procuratore Alessandra Falcone e Francesco Sottosanti, che si sono a loro volta avvalsi della consulenza del professor Stefano Podestà, ritiene che la tragedia, in cui sono morte cinque persone (Luigi Coclite, autotrasportatore 60enne arrivato al cantiere con un camion betoniera, residente a Collesalvetti, e gli operai Taoufik Haidar, 43 anni, Mohamed El Ferhane, 24 anni, e Bouzekri Rahimi, 56 anni, tutti marocchini e Mohamed Toukabri, 54 anni, tunisino, residenti in provincia di Brescia e di Bergamo) "sia ascrivibile a un errore di progettazione che ha interessato in modo particolare la trave TL309-2P relativa al secondo impalcato dell’edificio in costruzione".

"Venivano calcolati in modo erraneo i carichi che la trave avrebbe dovuto sostenere e veniva inserito nel relativo progetto un quantitativo di ferro (armatura) non in grado di sostenere tali carichi", si evidenzia nelle imputazioni.