
L'arcivescovo Gherardo Gambelli
Firenze, 6 marzo 2025 – E' un tempo amaro, tra trionfalismi e una confidenza istintiva verso le armi che fa dimenticare quei signori delle tenebre di cui ha parlato più volte papa Francesco e che sulle armi fanno la loro fortuna (almeno credono così). Un giorno saranno interrogati dagli innocenti, dalle vittime. Il tempo della Quaresima non fa rumore, non così, ma arriva e arriva con il Mercoledì delle Ceneri, il richiamo alla conversione e a non confidare sulla propria forza, sull'orgoglio di sè, sulle ricchezze.
I quaranta giorni di preparazione alla settimana santa, sono per i cristiani decisivi durante l'anno, perché richiamano al cuore della loro fede la morte e la resurrezione di Gesù di Nazareth e a rimodellare il proprio cuore sulla sua testimonianza e sulle sue parole, su quel tesoro inestimabile che sono le sue parabole che disarmano chi le ascolta e si interroga, riaprendo il Vangelo e le Scritture. Così alle armi del mondo si oppongono "le armi della penitenza – ha detto l'arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli nella cattedrale di Santa Maria del Fiore – il combattimento contro lo spirito del male”.
E' un "esodo", è un'uscita da sé. Mentre il mondo confida nel riarmo, i cristiani prendono in mano "le armi della penitenza": l’elemosina, la preghiera, il digiuno.
Gesù, riprende Gambelli, insiste "più sulla qualità che sulla quantità delle opere, mettendo l’accento sull’importanza di compierle nel segreto. È bello quello slogan che dice: 'Il bene si fa con il passamontagna in testa', che richiama la bella tradizione di un tempo dei fratelli e delle sorelle della Misericordia di coprirsi il volto per non farsi riconoscere quando andavano ad assistere le persone in difficoltà". Il punto è che la relazione con Dio "cresce nella misura in cui sappiamo farci prossimo dei nostri fratelli e sorelle più piccoli". All'inizio dell'anno diocesano, proprio Gambelli aveva invitato la Chiesa fiorentina a pensarsi con i poveri. E' una grande domanda, coerente con la vita di Gesù.
Proprio per sottolineare questi aspetti "ho voluto che nella nostra Diocesi a partire dall’inizio di questa Quaresima fino alla chiusura del Giubileo la cappella della Casa della Carità di via Corelli fosse un’altra delle chiese giubilari in cui è possibile ricevere l’indulgenza con le consuete indicazioni. La visita e la preghiera in questo luogo diventino un’occasione per interessarsi alle attività della Caritas diocesana e impegnarsi in esse. Il progetto molto significativo scelto per la Quaresima di Carità 2025 servirà per l’emergenza abitativa e permetterà di sostenere le famiglie in difficoltà segnalate dalle Caritas parrocchiali".
L'invito è a una "tenerezza combattiva". Sembra un ossimoro "eppure, è questo l’unico vero trionfo, quella della croce, di quella logica per cui il male si vince solo con il bene. Solo se restiamo agnelli potremo vincere il lupo, diceva San Giovanni Crisostomo", le cui reliquie riposano proprio nel Duomo di Firenze.
Ma l'arcivescovo si richiama anche a un film del 2003, 'Una settimana da Dio', nel quale Jim Carrey interpreta il ruolo di Bruce Nolan, un giornalista che riceve da Dio tutti i suoi poteri. Bruce diventa onnipotente: può aprire in due una zuppa al pomodoro come Dio aveva separato il Mar Rosso, "può camminare sulle acque come Gesù nei Vangeli, può addirittura spostare la luna, avvicinandola alla terra in occasione di una serata romantica. Ma quando Grace, la sua fidanzata, lo lascia e lui prova ad attirarla di nuovo a sé ordinandole di amarlo, si rende conto di essere impotente: Grace tira dritto e se ne va". Bruce protesta con Dio: se non può obbligare la sua ragazza ad amarlo, Dio non lo ha reso davvero onnipotente come lui, lo ha preso in giro. Dio però lo spiazza. Gli risponde che nessuno può obbligare un altro essere umano ad amarlo, nemmeno Dio stesso. E perché? "Perché il criterio supremo dell'amore non è la passione. Il criterio supremo dell'amore è la libertà". Dolcezza, rispetto, retta coscienza, richiamano al modo di amare di Dio e Gambelli invita a lasciarsene affascinare anche per rendere ragione di quella speranza che è il tema centrale del Giubileo. E la logica mondana? Le armi della quaresima aiutano a rigettarla, anche quando può costare un po' di derisione: "Nel momento stesso in cui si parla male di noi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla nostra buona condotta in Cristo".