
La Ausl Toscana Centro e le altre due Asl territoriali della Toscana si costituiranno parte civile in un eventuale processo relativo all’inchiesta della procura di Firenze che ipotizza, da parte del laboratorio Synlab di Calenzano, l’uso di un reagente non autorizzato nell’esame dei tamponi per Coronavirus effettuati per conto delle aziende sanitarie. Lo comunica la stessa azienda sanitaria, precisando che le Asl della Toscana hanno sospeso il pagamento di buona parte delle forniture del laboratorio Synlab, diretto dal biologo (e non medico come erroneamente scritto) Massimo Quercioli. Questo per permettere "controlli interni finalizzati alla verifica della liquidabilità delle relative fatture". Il documento diffuso dalla Ausl spiega poi che tra aprile e luglio scorsi Synlab ha effettuato per conto delle Asl toscane "circa 63mila tamponi Covid-19 (13% del totale di quelli eseguiti) per un controvalore teorico economico di circa 3,1 milioni". Sono stati quindi fatti meno tamponi del previsto (il contratto prevedeva un valore totale di 10 milioni di euro) grazie, sostiene la nota "alla capacità organizzativa che le Asl toscane hanno messo in campo incrementando la processazione dei tamponi nei propri laboratori" "Per garantire la copertura dei fabbisogni, - spiegano sempre dalla Ausl riepilogando la vicenda - è stata realizzata una forte integrazione tra i laboratori delle Asl territoriali e quelli delle Aziende ospedaliere universitarie. Nonostante un incremento produttivo, si è registrato un insostenibile allungamento dei tempi di refertazione. Pertanto si è reso necessario sottoscrivere, temporaneamente, una convenzione con il laboratorio Synlab. Tra le 14 strutture idonee a livello regionale - conclude la nota - Synlab è risultata l’unica che ha risposto nei tempi e nel rispetto dei requisiti richiesti". Li.Cia.