Care aziende italiane, che cosa avete fatto da maggio a settembre? Si sapeva che da ottobre i casi di coronavirus sarebbero aumentati. Mica avrete pensato che tutto fosse finito? Mica avrete fatto finta che tutto era come prima? Mica improvviserete anche stavolta?".
La VoipVoice, società di Montelupo Fiorentino, che fornisce servizi digitali per telecomunicazioni e connettività professionali, in questo lasso di tempo ha incrementato il proprio fatturato del 54%. Simone Terreni, il suo fondatore, in tempi non sospetti aveva messo in guardia sul fatto che, usciti dal lockdown, bisognava cominciare a correre sulle autostrade digitali, aprirsi alla digitalizzazione, investire sull’e-commerce, il cloud e il ‘vero’ smart working. "Purtroppo – dice Terreni – abbiamo ancora una volta perso una grande occasione. Non dico che nessuno si è mosso, ma ancora tante realtà imprenditoriali del territorio non hanno cambiato stile, approccio. Finito il lockdown, riaperte le attività, si è pensato che bastasse indossare una mascherina ma che avremmo comunque potuto riprendere a fare tutto come prima, lavoro compreso. Chi non ha investito in tecnologia nel periodo estivo, adesso rischia grosso. Eppure di tempo ne abbiamo avuto e di scuse non ce ne sono più: la connettività più potente e la fibra sono arrivate anche qui da noi".
Terreni spiega anche che la digitalizzazione non è più solo appannaggio delle grandi imprese o soltanto di certi settori. "Anche la pizzeria sotto casa - dice l’esperto - può usufruire dei vantaggi del digitale, investendo per esempio su una app per le consegne a domicilio o sulle prenotazioni. Un negozio di abbigliamento potrebbe potenziare o attivare l’e-commerce per le vendite. Anche l’avvocato potrebbe dematerializzare i propri archivi e lavorare fuori dall’ufficio. Il mondo digitale offre possibilità per ogni esigenza – garantisce Terreni – basta rivolgersi a un consulente che dopo un’analisi accurata dei processi saprà indicare la soluzione migliore. Continuare a rimandare significa sparire dal mercato".
Il dirigente di VoipVoice ne ha anche per le scuole. "Altra grande occasione persa – afferma –. Nel periodo emergenziale abbiamo attivato modalità per continuare a fare lezione in remoto, ma a settembre abbiamo fatto di tutto per metterle da parte e riportare gli studenti in classe esponendoli al rischio contagio. Fino alle medie credo sia giusto preferire la didattica in presenza, la scuola non è solo un luogo dove si apprendono nozioni; ma per gli studenti delle superiori bisogna prevedere una modalità di didattica limitando la presenza di studenti in classe: il docente in aula con un gruppo ristretto che segue a rotazione in presenza e l’altra parte della classe da casa in sincrono. Invece la didattica a distanza si è lasciata come alternativa in caso la classe vada in quarantena.
Dispiace constatare che stiamo facendo di tutto per rimanere il Paese della pizza e mandolino. Siamo quelli che davanti alle nuove sfide giochiamo alla meno".
Irene Puccioni