Il mondo di Quark formato Cirque du Soleil. La correlazione tra le stridenti urla d’insetto e quelle umane è da tempo materia di studio per il mondo dell’entomologia. Ma l’ensemble canadese fa suo il tema in “Ovo” - lo spettacolo con cui sbarca al Mandela Forum da oggi a domenica per sette repliche - entrando nel microcosmo del brulicante mondo che abbiamo sotto ai piedi per dare al frinire di cicale, grilli e gli altri colorati abitanti dell’infinitamente piccolo le nevrosi, i tic, le schizofrenie del vivere metropolitano. Accade così che la Calliphora Vomitoria (per i non iniziati, un moscone blu peloso con scarpe a cono lunghe 60 centimetri) interpretata dall’inglese Robin Beer s’innamori della Coccinella Septempunctata con le forme generose della brasiliana Neiva Nascimento portando lo scompiglio nella stravagante comunità di esapodi che parlano come Teletubbies guidata dal fumantino Maestro Flipo, una Tessaratoma Papillosa (Cimice gigante) col volto e le antenne dell’austriaco Gerald Regitschnig, l’unico della compagnia ad aver attraversato tutta la storia dello spettacolo portato in scena nel 2009 dall’autrice, coreografa, regista Deborah Colker, con la creazione circense di Chantal Tremblay, le scenografie di Gringo Cardia, le musiche di Berna Ceppas e gli smaglianti costumi di Liz Vandal.
Proprio a causa della rigidità di alcuni abiti, la maggior parte dei personaggi ne indossa due versioni: una per le scene statiche e un’altra, più leggera e funzionale, per le performance acrobatiche. Si sa che gli insetti sono i più antichi colonizzatori delle terre emerse e col loro milione di specie rappresentano i cinque sesti del regno animale, ma questa venticinquesima produzione del Cirque du Soleil gli regala sentimenti umani, mettendo la Calliphora davanti alla decisione se lasciarsi alle spalle il passato (l’uovo che porta sulle spalle) o rinunciare all’amore.
Tutto in un tourbillon di coleotteri trapezisti, scarabei volanti, ragni contorsionisti, cavallette saltatrici, formiche equilibriste e gli altri invertebrati che popolano la litigiosa collettività in cui è la suadente voce della Blaptica Dubia (Blatta maculata della Guyana), la cantante romana Alessandra Gonzalez, a portare un po’ di equilibrio e di armonia. E nel dilemma tra uovo e cuore non difficile intuire quale sarà la scelta.
Andrea Spinelli