"Le comunità energetiche sono una risorsa che, anche nell’area fiorentina, deve essere letta come presidio di socialità, prima ancora che come strumento per risparmiare risorse". Ne è convinto Don Giovanni Momigli, parroco della chiesa di Santa Maria a Scandicci - dove è in corso lo sviluppo di una nuova comunità energetica - nonché direttore dell’ufficio problemi sociali dell’Arcidiocesi di Firenze. Momigli ne parlerà oggi a Urbanpromo, la rassegna sull’urbanistica organizzata da Inu e Urbit, che fino all’8 novembre chiama a raccolta a Firenze esperti nazionali e istituzioni. Il panel si chiama ’Positive energy districts e comunità energetiche rinnovabili nelle città del futuro’.
"La chiesa italiana – spiega Momigli – ha attivato da tempo un percorso volto a favorire la transizione energetica. Quello che è importante rilevare è che questa dinamica crea una nuova dimensione comunitaria di cui, anche a Firenze e in provincia, abbiamo estremo bisogno".
"Non dobbiamo quindi soltanto esaltare la funzionalità di questi modelli. Guardare alle comunità energetiche significa guardare al territorio. In un periodo storico in cui i presidi sociali, come le stesse parrocchie, non hanno più la stessa efficacia di un tempo, in una fase dove dilagano individualismo e solitudine, queste comunità sono una grande occasione. Per realizzare questa dimensione di socialità però devono per forza essere plurali: dentro servono le famiglie, le parrocchie, le imprese, le associazioni, i singoli. Questo non significa che il risparmio energetico conseguito non sia fondamentale. Anzi: l’idea che sempre più si diffonde, sia qui che nel resto d’Italia, è quella di utilizzare le risorse conservate per progetti di solidarietà".