Stefano
Grifoni
Quando parliamo di amore dobbiamo pensare che ne esistono diverse forme: l’amore di Dio per l’umanità e l’amore che l’umanità ha per Dio. L’ amore romantico, l’amore che si ha per il partner, quello condiviso tra amici, l’amore che una madre prova per il proprio bambino anche prima della nascita, l’amore per noi stessi e per gli altri che ci garantisce felicità e benessere. In questo periodo esiste l’amore che si ha onorando tutti coloro che varcano la soglia del nostro paese perché hanno perso tutto quello che avevano per la guerra. Amare nel senso pieno del termine non è conquista sessuale o possesso di corpi ma è l’incontro di anime prima dei corpi. E il guardarsi negli occhi e tenere le mani dell’altra persona fra le tue. L’amore è quotidiano, generoso, delicato e talvolta illogico agli occhi di chi invece calcola tutto anteponendo all’amore il proprio vantaggio. L’amore vero non rispetta le leggi dell’interesse personale, dona e si dona con gioia. L’amore autentico si concretizza ogni giorno nei piccoli gesti nei pensieri, in una breve telefonata. L’amore è tutto ciò di cui abbiamo bisogno. L’amore in tempo di guerra è il saluto doloroso di tanti padri ai figli alla stazione di Kiev, l’ indelebile ricordo prima della partenza del treno di mani divise da un finestrino. È amore quello di un soldato che prende in braccio la propria figlia e scoppia a piangere, quello degli ultimi abbracci delle donne ai propri uomini che sembrano condensare una vita intera. È amore quando un uomo abbandona la famiglia per difendere la propria patria: questo non si può descrivere come i sentimenti, i pensieri e le emozioni che lo tengono sospeso. L’amore sembra essere sempre così immateriale, così difficile da comprendere e come tale, probabilmente, continueremo a cercare di definirlo per il resto di tutti i tempi.