EMANUELE BALDI
Cronaca

Le due facce di Sirio. Pigia-pigia verso Novoli. Ma la Vacs è semivuota

Il nostro viaggio a bordo della T2. Convogli pieni dalla stazione direzione Peretola. Fortezza-San Marco per pochi intimi. Qualche turista, fiorentini con il contagocce.

Il nostro viaggio a bordo della T2. Convogli pieni dalla stazione direzione Peretola. Fortezza-San Marco per pochi intimi. Qualche turista, fiorentini con il contagocce.

Il nostro viaggio a bordo della T2. Convogli pieni dalla stazione direzione Peretola. Fortezza-San Marco per pochi intimi. Qualche turista, fiorentini con il contagocce.

’Chissà se Vacs’ ci eravamo chiesti qualche settimana fa – scomodando l’indimenticabile Raffaella Carrà per sdrammatizzare un po’ la questione dei ritardi dei cantieri – a proposito della variante al centro storico prima del debutto ufficiale (il 25 gennaio) di Sirio in San Marco. E per andare questa nuova tramvia ci sembra vada. E anche bene. Puntualissima, rigorosa, perfino lesta quando prende forza e strada sul viale Lavagnini (un po’ meno quando curva in piazza San Marco). E in più...è spaziosa. Ecco forse quest’ultimo dettaglio, che sembra un pregio, è invece spia di una riflessione da avviare. La nuova tratta non sembra avere (ancora) grande appeal tra i fiorentini.

A sensazione, nei due chilometri e mezzo di tratta che vanno dalla Fortezza da Basso alla porta del centro storico, la Vacs ci sembra semideserta. E d’altronde anche le stesse stime del Comune non fanno altro che confermarlo. Se infatti si prendono in considerazione i settemila passeggeri che vi viaggiano ogni giorno e si dividono per le ottocento corse garantite da Gest salta fuori una media di 8,7 utenti a viaggio che su un mezzo capace di trasportarne 270 alla volta non sono oggettivamente granché.

Saliamo a bordo in un orario di punta per il rientro da lavoro e verifichiamo. Sono le 17,45 circa quando si apre lo sportellone laterale della T2 San Marco-Peretola. Entriamo e diamo un’occhiata. I passeggeri sono una quarantina, praticamente tutti a sedere visto che certo i posti non mancano. Un primo identikit: qualche turista, molti stranieri, pochissimi fiorentini e quasi tutti con qualche primavera sulle spalle. Alla prima fermata in via Lamarmora scendono un paio di ragazzi e sale una donna. Si riparte. Libertà-Parterre. Qui c’è decisamente più movimento perché siamo di fatto all’hub di interscambio con i bus. Pochi scendono, molti di più salgono ma mentre Sirio imbocca il viale Lavagnini e ’dà gas’ ci accorgiamo che i sedili liberi ancora abbondano. Poco andirivieni anche alla prima fermata lungo il viale, la Poliziano.

Alla Fortezza da Basso la musica cambia radicalmente e intanto che Sirio si divincola sulle rotaie che fanno da cintura intorno al pancione di Santa Maria Novella la folla cresce. Step by Step. Così, quando il tram punta il muso verso Novoli attraverso la fermata Belfiore e il viale Redi la faccenda si fa decisamente più fitta. Ancora studenti. Poi rider con la bici, pensionati, turisti con trolley. Scendiamo all’altezza di San Donato. Un caffè, una passeggiata e poi torniamo alla fermata per il percorso inverso. Risultato? Più gente di prima. Il tram è stracolmo e stavolta l’effetto ’uscita dagli uffici’ si registra più marcatamente con le ’c’ che iniziano ad aspirarsi, fermata dopo fermata, e s’impastano a qualche slang inglese e spagnolo di turisti sbarcati a Peretola e ansiosi di godersi il Cupolone. Fino alla Fortezza è un pigia-pigia totale con l’onda dei passeggeri che quasi si muove come un corpo unico seguendo le traettorie che Sirio disegna sui binari. Santa Maria Novella, nuova svolta.

Giù tanti, quasi tutti. Quando la tramvia riprende la direzione dei viali ci sarebbe spazio anche per ballare (ma la banda musicale convocata per il debutto della Vacs, stavolta ahinoi, non c’è). Resta qualcuno a bordo fiché non raggiungiamo ancora piazza della Libertà, ma l’ultimo tratto lungo via Cavour è un viaggio per pochi ’intimi’. Capolinea. Una ragazza con l’accento del nord trolley scruta fuori nel buio pesto fuori dal finestrino. E’ poco convinta. "Scusi ma non è qui piazza del Duomo?". "No, è più avanti, lungo quella strada".