REDAZIONE FIRENZE

Le grandi firme. Domani il nostro libro in regalo con La Nazione

Un volume di 80 pagine con foto storiche e riproduzioni del giornale dell’epoca. Trentacinque testimonianze di letterati e uomini di cultura dal 1859 al oggi. .

La pagina dedicata ad Alessandro Manzoni

La pagina dedicata ad Alessandro Manzoni

di Guglielmo Vezzosi

"E, secondo i principii e i fatti qui esposti, il vocabolario a proposito per l’Italia non potrebbe esser altro che quello del linguaggio fiorentino vivente. Giacché in Firenze si trovano tutte le cognizioni, le opinioni, i concetti di ogni genere che ci possano essere in Italia". Così scriveva Alessandro Manzoni sulle colonne de La Nazione in un articolo del 6 marzo 1868. Lo scrittore era stato incaricato dal Ministero dell’istruzione di preparare una relazione con le proposte per la compilazione di un nuovo vocabolario di italiano per lo Stato unitario che stava prendendo forma. E senza ombra di dubbio Manzoni indicò nel fiorentino la lingua perfetta. Proprio in Arno aveva del resto "risciacquato" i suoi Promessi Sposi prima di darne alla luce la celebre edizione del 1840. E così raccomandava ai funzionari ministeriali di “inviare insegnanti toscani nelle scuole primarie delle diverse provincie e di assegnare sussidi a quei Comuni che si provvedessero di maestri nati ed educati in Toscana”.

Pagine di cronaca che diventano storia, pagine che attraverso il giornale offrono in presa diretta uno spaccato sociale e di costume unico del nostro Paese. Quello firmato da Alessandro Manzoni è uno dei 35 brani di scrittori, letterati e uomini di cultura che La Nazione ha raccolto nel volume “Grandi Firme - Testimonianze di esponenti della letteratura, dell’arte e della cultura italiana che hanno scritto sulle pagine del giornale dalla sua nascita, nel 1859, ai giorni nostri”. Il libro, 80 pagine, a cura di Luca Scarlini, sarà offerto in dono domani a tutti i nostri lettori con l’acquisto de La Nazione in edicola. E’ il nostro regalo di Natale a Firenze e alla Toscana per celebrare i 165 anni dalla nascita de La Nazione, il giornale più antico d’Italia per continuità nelle pubblicazioni.

Per ogni autore il libro presenta la riproduzione dell’articolo originale, la trascrizione di una selezione del brano e una scheda critica per contestualizzare il momento storico e alcune foto.

Ma vediamo chi sono i 35 protagonisti a partire da Carlo Collodi, cronista de La Nazione della primissima ora, che racconta in presa diretta i festeggiamenti del marzo 1860 per l’esito del plebiscito che sanciva l’annessione della Toscana al Reno sabaudo e poi Alexandre Dumas padre che, al seguito dei Mille, inviava corrispondenze dai campi di battaglia. E poi Giosùè Carducci che discetta di letteratura, nonché le cronache argute di vita fiorentina firmate da Yorick.

Si prosegue con Ferdinando Martini e Luigi Capuana, Edmondo De Amicis con i ritratti di vita militare, Bruno Sperani (al secolo Beatrice Speraz), Jarro, Pietro Mascagni che parla di San Francisco devastata dal terremoto del 1906, Giovanni Papini che descrive l’opera del generale Cadorna al fronte durante la Grande Guerra, Yambo, Ferdinando Paolieri, Amalia Guglielminetti e Gabriele d’Annunzio che rende onore al trasvolatore atlantico Francesco De Pinedo, Alberto Savinio ed Eugenio Montale, che firma un significativo articolo nel settembre del 1944, poco dopo la liberazione di Firenze, nel quale invita artisti e scienziati e non essere mai servi del potere né dei regimi, ma ad esprimersi liberamente. L’elenco è lungo e prestigioso e comprende Alberto Moravia, Giuseppe Prezzolini, Emilio Cecchi, Indro Montanelli, Giovanni Spadolini, Mario Tobino, Anna Maria Ortese, Vasco Pratolini, Mario Luzi, Aldo Palazzeschi, Leonardo Pinzauti, Anna Banti, Piero Bargellini con uno struggente omaggio alla Firenze scomparsa sotto i colpi di piccone delle demolizioni del secondo Ottocento.

E poi Pier Vittorio Tondelli, Giorgio Luti, Geno Pampaloni e Marcella Olschki.