STEFANO BROGIONI
Cronaca

Le indagini al rush finale. Il 30 l’ultimo sopralluogo

Attesa per le conclusioni dei consulenti. Due feriti ancora in pericolo di vita

FIRENZEIl 30 gennaio si svolgerà l’ultimo sopralluogo "che consentirà ai consulenti tecnici nominati" dalla procura di Prato, "di ultimare i loro elaborati per individuare le cause del disastro. Sono stati e verranno effettuati perquisizioni, ispezioni e sequestri per consentire di individuare eventuali posizioni di garanzia e responsabilità in relazione ai fatti verificatisi".

È quanto si spiega in una nota diffusa dal procuratore di Prato Luca Tescaroli per l’inchiesta sull’esplosione al deposito Eni di Calenzano avvenuta il nove dicembre scorso. Il disastro ha causato la morte di cinque persone (gli autisti di autocisterna Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso e Davide Baronti, gli operai Franco Cirelli e Gerardo Pepe) e "il ferimento di ventotto individui - così sempre la procura -. Dieci risultano avere subito le lesioni all’interno del deposito, presenti in quanto dipendenti diretti di Eni o di imprese che stavano svolgendo attività" presso il "deposito Eni o per conto di Eni".

"Due dei feriti continuano a essere in coma farmacologico essendo intubati e in pericolo di vita. I sanitari dell’ospedale Cisanello di Pisa stanno procedendo alle manovre finalizzate al loro risveglio, sempre che sia possibile". Il procuratore ricorda inoltre che le indagini sono "nutrite del prezioso apporto" dei carabinieri "del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Firenze, degli appartenenti all’ufficio prevenzione, infortuni e sicurezza sui luoghi del lavoro dell’Ausl Toscana centro Calenzano e Prato e dei vigili del fuoco del comando provinciale di Firenze. Quest’ultimo reparto sta assicurando dal 9 dicembre la custodia e la vigilanza del deposito Eni, attività che assicurerà sino al 30 gennaio 2025, data individuata per l’ultimo sopralluogo".

In un mese e mezzo di lavoro, in attesa del deposito delle conclusioni dei consulenti, gli investigatori hanno comunque raggiunto alcuni punti fermi dell’indagine. Ad esempio che c’era ancora della benzina nella linea dismessa che doveva essere riconvertita al gasolio Hvo su cui stavano lavorando i manutentori della Sergen di Grumento Nova. Ed è in quel punto, dove i due operai (nella foto un fotogramma dal video di una telecamera di sorveglianza) stavano lavorando elevati da un carrello, che sarebbe scaturita l’esplosione. I manutentori avrebbero svitato i bulloni di sicurezza di un tubo che avrebbe contenuto ancora carburante, che non era svuotato: questa operazione potrebbe aver innescato l’esplosione per il surriscaldamento provocato dai loro stessi attrezzi o strumenti utensili.

Da lì si sarebbe generata la fuoriuscita di liquidi, mista a vapori infiammabili in atmosfera, che poi ha provocato il primo scoppio. Secondo la ricostruzione a quell’ora c’erano almeno 4-5 autocisterne sotto la tettoia di carico. I camion erano in coda aspettando di fare il pieno di carburante.

La procura di Prato sta compiendo una serie di riscontri incrociando le immagini delle telecamere del deposito, i documenti e le testimonianze. Anche se restano alcuni rebus da sciogliere. Come l’esito di un sopralluogo effettuato una ventina di giorni prima dell’inizio dei lavori, era stato effettuato un sopralluogo congiunto per valutare la fattibilità e le condizioni operative per tale intervento. Che venne valutato compatibile con l’attività quotidiana di rifornimento: la procura sta dando la caccia al verbale di quel summit, sempre che esista.