I tabernacoli raccontano l’arte, la cultura, la fede di un popolo. Nel territorio di Bagno a Ripoli ce ne sono stati tanti: nel 1997 lo storico dell’arte Roberto Lunardi ne schedò ben 339, numero che testimonia una tradizione molto sentita in terra ripolese. Pochi anni fa nel suo blog il fotografo locale Andrea Rontini ne ha raccontati alcuni, a memoria e custodia di una storia antica e preziosa. Difficile e doloroso dunque pensare che quel cumulo di macerie da anni ben visibile all’angolo tra via Villamagna e via di Rimaggio, laddove il traffico si biforca tra Bagno a Ripoli, la Nave a Rovezzano e Pontassieve, era in un passato neanche troppo lontano un’edicola sacra dedicata a Maria. La annovera tra i suoi percorsi di trekking anche la guida Uisp, nel suo tragitto tra i tabernacoli.
Da tempo immemore, pare per colpa di un incidente stradale, è diventata solo un ammasso informe di pietre accumulate sull’angolo dell’incrocio e ‘protette’ da alcune transenne, anch’esse negli ultimi mesi abbattute aumentando degrado e pericolo.
Non si sa di preciso quando il tabernacolo, già diroccato dall’incuria, ha dovuto soccombere sotto un’automobile incidentata, ma le foto di Google Maps, risalenti all’inizio del 2022, immortalano il cumulo quando era ancora protetto (si fa per dire) dalle transenne che al tempo almeno erano in piedi. I cittadini che vivono in questa bella zona da anni, ricordano bene quel "Madonnino" (così lo chiamavano) di fronte al quale da ragazzi si davano appuntamento per trascorrere qualche pomeriggio insieme a chiacchierare.
E ogni volta che ci passano davanti e ne vedono le macerie, la tristezza è tanta quanta la pericolosità del lasciarlo lì in quelle condizioni. Corre voce tra i residenti che la proprietà sia di un privato, ma le strade sono di competenza comunale e provinciale. Basterebbe poco per imporre la ripulitura del sito e dare la giusta ‘sepoltura’ a quel Madonnino ormai diventato irrecuperabile.
Manuela Plastina