ALESSANDRO PISTOLESI
ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Le memorie dell’ex sindaco: "Lo scarico avvenne così"

Costa: "Ci fu la rivolta, ma non cedetti". E una sua lettera è agli atti della Procura

Gli intrecci della politica e la pressante emergenza dei rifiuti da smaltire. Il contesto che nel 1971 porta a sversare tonnellate di rifiuti nella discarica che un mese fa è franata nel Rovigo e in altri siti limitrofi è ancora da chiarire. Ma intanto, nei giorni scorsi, i carabinieri forestali hanno depositato in Procura una lettera dell’epoca, firmata dall’allora sindaco di Palazzuolo sul Senio, il democristiano Francesco Costa. La missiva è indirizzata al sindaco ’ribelle’ di Castel del Rio che insieme ai colleghi del mediobasso Mugello e delle vallate romagnole del Senio e del Santerno rappresentava gli avamposti rossi del Pci, territori ’ostili’ anche al democristiano Luciano Bausi, all’epoca sindaco di Firenze.

Negli anni ’70 Castel del Rio è in procinto di attivare l’attingimento delle acque del Santerno per gli acquedotti e il sindaco si dice molto preoccupato degli accordi tra i sindaci ’bianchi’ di Palazzuolo e Firenze, alle prese con un’emergenza rifiuti senza precedenti. A raccontare i contorni della vicenda, nel 1993, è lo stesso Costa, tramite una sorta di memoria pubblicata dal semestrale L’Eco del Senio, per molti anni voce di Palazzuolo. "A inizio anni ’70, il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani tende ad aggravarsi sempre di più a causa del crescente accentuarsi del consumismo, dilagante e incontrollato", scrive Costa nel ripercorrere quegli anni. Ed è qui che, secondo l’ex sindaco, si inseriscono le lotte tra partiti: "Firenze viene a trovarsi al centro di una situazione precaria e drammatica – si legge ancora nel suo memoriale –. Le abituali zone di scarico le vengono sistematicamente tolte e per tale ostracismo (organizzato dalle amministrazioni rosse), le viene negata anche qualsiasi altra possibilità di scarico nei territori dei comuni vicini e lontani. Allora il sindaco di Firenze Bausi, anche a nome del prefetto, si rivolge a noi per un aiuto". E così nasce l’accordo. "Certi che nel nostro vasto territorio una qualche zona idonea si sarebbe trovata, con l’immediato consenso della giunta, accettiamo di collaborare dietro adeguato compenso. Conseguentemente l’Asnu inizia gli scarichi nella zona sotto le Spiagge". Ma subito si solleva la rivolta dei cittadini. "Qui a Palazzuolo, parte dei consiglieri, per protesta, occupa la sala consiliare e blocca la colonna dei camion sulla strada della Colla", ammette Costa che però non ha intenzione di cedere: "Forte anche dell’appoggio del prefetto, rispondo per le rime a quelle amministrazioni, specie nell’Emilia Romagna, intimandole a occuparsi in primo luogo dei problemi di casa loro". Il sindaco di Palazzuolo ne fa una questione di principio e respinge tutte le accuse: "Con decisione e fermezza rispondo a tutti perché è evidente l’intesa politica contro Firenze e il suo prefetto".

E ancora: "Mi si vuole drasticamente intimare l’immediata cessazione degli scarichi sotto le Spiagge perché il materiale può inquinare il Rovigo delle cui acque il Comune di Imola intende servirsi per usi civili. Tutto ciò secondo un programma di là da venire...". Da qui la conclusione: "Dichiaro di assumermi qualsiasi responsabilità presente e futura". Parole che, rileggendole oggi, suonano come una beffa atroce.

Alessandro Pistolesi