EMANUELE BALDI
Cronaca

Le panchine della discordia. Tutti contro i maxi-blocchi. La promessa del Comune:: "In futuro arredi e green"

Non si placano le polemiche sulle sedute monolitiche spuntate dalla dismissione dei cantieri. Biti: "Progetto che viene da lontano, renderemo le future fermate accoglienti e graziose".

Le panchine della discordia. Tutti contro i maxi-blocchi. La promessa del Comune:: "In futuro arredi e green"

Non si placano le polemiche sulle sedute monolitiche spuntate dalla dismissione dei cantieri. Biti: "Progetto che viene da lontano, renderemo le future fermate accoglienti e graziose".

"Proprio belle in effetti non sono...". Se lo lasciano scappare, sottovoce, perfino da Palazzo Vecchio. "Semmai funzionali" aggiusta il tiro qualcuno.

Le nuove sedute di piazza della Libertà – svelate dal cantiere, in via di smantellamento, della Vacs del tram e fotografate ieri da La Nazione – sono finite tempo zero nel mirino dei passanti fiorentini dalla lingua imbevuta nel sarcasmo. "Sembrano tombe" il commento più soft.

E in effetti i maxi-blocchi di cemento sparpagliati asimmetricamente nella nuova area pedonale sul lato sud della piazza, davanti a via Cavour, che fungerà anche da interscambio tramvia-bus, ricordano più un cimitero che un hub di interscambio urbano (inserito tra l’altro nella spina dorsale dei viali ottocenteschi del Poggi).

Lo storico Franco Cardini c’è andato giù pesante ieri sulle pagine del nostro quotidiano parlando di "vuoto intellettuale" e "pensiero unico" che investe anche l’estatetica urbana dove "nessuno si azzarda a fare qualcosa di originale, a meno che non si ritenga moderno uno stile come quesllo delle nuove panchine, quello cioè della linearità assoluta, che prese corpo già agli inizi del Novecento".

Posto che ormai poco o nulla si può fare in piazza della Libertà, se non forse addolcire l’impatto della distesa di blocchi con qualche grosso vaso e un po’ di verde, non ci è rimasto che dre un’occhiata ai rendering ufficiali delle future fermate della linea tramviaria Libertà–Bagno a Ripoli che andrà a insistere principalmente proprio lungo i viali di circonvallazione e poi a Gavinana. Ebbene le forme squadrate, gli spigoli sembrano ricorrere quasi ovunque.

Belli o brutti che siano (o meglio saranno) non è questa la sede per stabilirlo, anche perché i progetti sono passati al vaglio della Soprintendenza ben prima che si insediasse la giunta Funaro. Semmai è possibile chiedere a Palazzo Vecchio se tutto in effetti sarà come appare negli attuali ’fotoinserimenti’, ovvero nei disegni delle future fermate collocati su scatti fotografici dell’attuale sede stradale, o qualcosa verrà rivisto.

L’assessora all’urbanistica e al decoro Caterina Biti non si nasconde dietro a un dito e ammette che "sarà necessario fare dei controlli su progetti che effettivamente vengono da lontano". Promette tuttavia che, "laddove sarà possibile ci impegneremo a "rendere le fermate più accoglienti e meno impattanti". "C’è grandissima attenzione da parte mia all’estetica urbana" assicura ancora Biti che definisce le sedute di piazza della Libertà "effettivamente un po’ respingenti". E quindi, garantisce ancora, "lavoreremo nella direzione della mitigazione delle isole di calore e nella creazione di fermate piacevoli per i fiorentini magari anche con piante e arredi".

"L’impegno del Comune c’è – conclude l’assessore – e lo dimostra il fatto dell’arrivo di fondi a breve per migliorie da apportare nell’area Unesco". Un esempio? Le vecchie ma pur sempre nobili panchine in pietra serena. O forse, avanziamo un’ipotesi, in legno e in ghisa. Certo nel contesto aggraziato di piazza della Libertà, all’ombra di Porta San Gallo, sarebbero state assai più gradevoli delle attuali monolitiche sedute.