OLGA MUGNAINI
Cronaca

Le radici dell’arte in mostra al Maggio. Tutta la storia del Teatro Comunale in un viaggio fotografico di 31 scatti

Da domani nel foyer un percorso dedicato a quello che per i fiorentini è il salotto della lirica. Fuortes: "Esposizione che ci invita a riflettere sulle trasformazioni architettoniche e urbanistiche" .

Iniziò tutto con un’arena all’aperto, il Politeama Vittorio Emanuele II, costruito nella zona a ridosso di Porta al Prato all’inizio degli anni Sessanta dell’Ottocento, proprio alle soglie della breve stagione di Firenze capitale. Per diventare il tempio della lirica e della sinfonica ci vorrà del tempo, ma è da lì che nasce quello che diventerà il ’Comunale’, portandosi dietro il nome anche quando cambierà struttura e luogo.

A raccontare questa storia è oggi l’erede di quel ’Comunale’, ossia il Teatro del Maggio, che nel foyer ospiterà da domani al 22 dicembre, nei giorni e orario di spettacolo, un percorso fotografico con 31 immagini selezionate dagli Archivi Alinari e dall’Archivio storico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Un viaggio che ripercorre gli esordi del Politeama Vittorio Emanuele II, all’interno del quale andavano in scena i più diversi generi di spettacolo, dal circo alla lirica, nonché feste e veglioni fino a diventare magazzino bellico durante la Prima guerra mondiale. Poi nella prima metà degli anni Trenta, in concomitanza con la nascita del Maggio Musicale, quel teatro viene acquistato dal Comune e ristrutturato, sia pur rispettando alcune caratteristiche architettoniche della vecchia arena. Nel 1944 un disastroso bombardamento distrusse l’intera macchina scenica; in un primo momento la sala, uscita apparentemente indenne, non subì alcuna conseguenza. Tuttavia nel 1957 il complesso venne dichiarato inagibile dando avvio all’ultima campagna di ricostruzione conclusasi nel 1961.

A distanza di 50 anni, di fronte alle inadeguatezze della vecchia struttura viene infine inaugurato il nuovo Teatro del Maggio nella sede attuale. La mostra, a cura di Rita Scartoni con la collaborazione di Manuel Rossi, nasce dalla collaborazione tra Associazione Dimore Storiche Italiane sezione Toscana, Fondazione Alinari per la Fotografia e Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e si inserisce all’interno delle attività legate a Carte in dimora - Archivi.doc, con il patrocinio della Regione Toscana, dell’Associazione Dimore Storiche Italiane - Sezione Toscana.

"Dalle Dimore Storiche al teatro che a Firenze è sinonimo di Comunale: il teatro, il melodramma, la musica nascono, si sviluppano e si trasformano in queste due realtà – afferma Clotilde Corsini delle Dimoree Storiche -. Attraverso l’apertura degli archivi storici, questa eccezionale mostra ci svela l’evoluzione della maggiore istituzione musicale fiorentina, attraverso le immagini straordinarie del grande archivio fotografico Alinari".

"La mostra che ospitiamo nel foyer del Teatro del Maggio è curiosa quanto importante ed essenziale - dichiara Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro del Maggio -: ci invita a riflettere sulle trasformazioni architettoniche e urbanistiche che hanno portato all’attuale Teatro del Maggio, che oggi raccoglie e custodisce con orgoglio tutta l’eredità culturale e artistica del Comunale ed è da questi spazi che ne tramandiamo il suo immenso valore, proiettandolo verso il futuro". Giorgio Van Straten, presidente della Fondazione Alinari, sottolinea la preziosa collaborazione di Adsi: "Questa esposizione dimostra che esiste un percorso che porta da un’arena all’aperto al nostro nuovo, bellissimo teatro e che indulgere in sterili nostalgie non ha ragion d’essere: il ricordo vive nella cultura che produciamo oggi".