di Teresa Scarcella
Voi ci andreste a scuola d’estate? Non è allettante effettivamente, ma se vi dicessimo che a fare lezione è Vincenzo Schettini (nella foto), il prof più amato d’Italia, capace di rendere perfino le ore di fisica fresche e frizzantine? Se vi siete convinti, l’appuntamento con “La fisica che ci piace“ è per domani alle 21.30, al festival La Versiliana. Per gli incerti, lasciamo che sia lui stesso a convincervi.
Perché fare lezione d’estate prof?
"La risposta è semplice, perché non è una lezione, ma un mix di cose. È uno spettacolo in cui metto tutta la mia vena creativa".
Che pubblico attrae?
"C’è gente di tutte le generazioni, grandi e piccini, anche molto piccoli. Si divertono anche loro. E poi ci sono tanti insegnanti, che vengono anche per prendere idee. Sono anni che la scuola offre corsi di formazione noiosi, invece i miei colleghi trovano interessante l’utilizzo consapevole che faccio dell’arte, che è figlio di una formazione e di anni di studio".
Il suo approccio innovativo come viene visto da colleghi e colleghe?
"Devo dire che, per fortuna, la maggior parte è incuriosita dal mio osare. Comprende che non è un lavoro banale, quindi lo stima. Una minoranza prova invidia. E non ci sarebbe nulla di male se fosse uno stimolo a rigenerarsi. Se, al contrario, fosse fine a sé stessa sarebbe solo un peccato...per loro".
Preferisce stare di fronte a un pubblico o ad una classe?
"Qualcuno mi disse che sono portato per stare su un palco o in tv. Che sono a mio agio. Ma in realtà lo sono anche in classe, perché gli studenti sono un pubblico. E questo non vuol dire che si debba fare spettacolo anche in classe, ma devi comunque smuovere in loro qualcosa, devi saper raccontare la materia, stimolarli, altrimenti risulti noioso e non ti seguono".
Lei è un insegnante amico?
"Assolutamente no. Non ho mai creduto nella figura dell’insegnante amico o nel genitore amico. Ho sempre messo delle regole: quando il professore entra in classe ci si alza; chiamo gli studenti per cognome. La confidenza non ha mai portato a niente, le regole invece fanno crescere. A maggior ragione in un mondo in cui si giustifica sempre di più. Bisogna saper dire di no e mantenere il rigore, pur cambiando il modo di fruire la lezione, che tenga conto di un dato oggettivo, ovvero che la concentrazione si è abbassata".
Che voto si dà come insegnante e come artista?
"Da artista mi piacerebbe darmi un bel 9, perché sono originale, arrivo, diverto e insegno con lo spettacolo. Da insegnante 7 e mezzo. Posso migliorare e imparare ancora".