Le richieste nel mirino. Referenze, cauzione e reddito dimostrato. Le ‘armi’ dei locatori

Sempre più garanzie imposte agli inquilini: spesso non basta più neanche una sola busta paga. "Se i redditi sono bassi meglio una coppia: i proprietari hanno poche forme di autodifesa".

Le richieste nel mirino. Referenze, cauzione e reddito dimostrato. Le ‘armi’ dei locatori

Le richieste nel mirino. Referenze, cauzione e reddito dimostrato. Le ‘armi’ dei locatori

di Rossella Conte

FIRENZE

No animali domestici, no perditempo, no residenza. Ma anche no single o liberi professionisti. Sì invece a contratti a tempo indeterminato, ad almeno tre mesi di deposito, a "referenziati" meglio se "altamente referenziati".

La ricerca di una casa a Firenze, con l’esplosione degli affitti turistici, è diventata una vera e propria corsa ad ostacoli. Non solo perché di immobili sul mercato da destinare alla residenza ce ne sono sempre meno e non solo per i canoni che hanno raggiunto cifre che superano nella maggior parte dei casi i tre zero ma anche per le cosiddette "garanzie" che spesso i proprietari di immobili pretendono come forma di "autodifesa". "La legge italiana non tutela i locatori. Nel caso di inquilini morosi non è semplice per una persona tornare in possesso della sua casa che, per tanti, è l’unica fonte di reddito". E’ chiaro Arrigo Brandini, presidente Fimaa Confcommercio Firenze, che aggiunge: "Chiaramente è il proprietario che decide cosa inserire nel contratto".

Tra le richieste del locatore innanzitutto quelle a garanzia del reddito come la busta paga o il modello 730. "La forbice tra lo stipendio e il canone si è allargata. Un tempo un salario medio si aggirava attorno ai 1.200-1.300 a fronte di un affitto di 500 euro. Oggi le entrate sono al palo mentre sono cresciuti i canoni di locazione. E’ normale che un proprietario voglia mettersi al sicuro da eventuali rate mancate", aggiunge Brandini. Di annunci online ce ne sono tanti. C’è chi cerca solo contratti a tempo indeterminato e chi addirittura due buste paga. "In caso di redditi bassi, i proprietari preferiscono la coppia – prosegue – o richiedono la firma di un garante. Ma è quello che accade anche per i mutui". Anche perché la caparra serve a coprire eventuali danni dell’inquilino. "I depositi cauzionali non servono a proteggere chi affitta da mancati affitti – dice il presidente Fimaa Confcommercio Firenze -, ripeto: c’è un problema di leggi. Non bisogna meravigliarsi se poi c’è chi preferisce affittare a turisti e chi, invece, cerca solo referenziati". Una situazione che Leonardo Boschi dell’omonimo Studio immobiliare conosce bene: "La legge non tutela chi affitta un immobile. In caso di un inquilino moroso, il proprietario si ritrova una casa occupata su cui continua a pagare le tasse senza riscuotere il canone. Può succedere di tutto: la perdita del posto di lavoro o la riduzione dell’orario settimanale. Ecco perché a volta viene richiesta la firma di un garante". Per Boschi, bisognerebbe modificare la legge in modo che tuteli sia gli inquilini che i locatori. "Chi affitta deve poter avere la possibilità di tornare in possesso del suo immobile".

Laura Grandi, segretaria generale uscente del Sunia Cgil, non è dello stesso parere: "Le richieste fatte dai proprietari sono diventate bizzarre, c’è chi pretende addirittura l’Isee per avere informazioni sulla situazione patrimoniale. La legge stabilisce diritti e doveri. E’ vero che ci sono casi di morosità ma sono minimi rispetto al numero di contratti firmati. E se ci sono è perché i canoni sono alle stelle".