Le sfide del digitale e della privacy con Ginevra Cerrina Feroni

FIRENZE Una cartina geografica viva, dinamica e parlante dell’articolato sistema del ’Pot...

Le sfide del digitale e della privacy con Ginevra Cerrina Feroni

Le sfide del digitale e della privacy con Ginevra Cerrina Feroni

Una cartina geografica viva, dinamica e parlante dell’articolato sistema del ’Potere’ e dei ’poteri’, attraverso le voci dei suoi protagonisti: la testimonianza di uomini e donne, di solito votati al riserbo e al silenzio operoso, che si raccontano per mostrare al lettore i veri nodi, i segreti e i vizi del potere e del Paese. Oggi (ore 16,30), Luigi Tivelli presenterà "I segreti del potere. Le voci del silenzio" (edizioni Rai Libri) alla Sala Matteotti della Camera dei Deputati. L’autore si confronterà con alcuni dei protagonisti del libro, tra cui la docente di Diritto costituzionale italiano e comparato all’Università di Firenze e vicepresidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Ginevra Cerrina Feroni. L’avvocata fiorentina è tra i ’civil servant’ del saggio di Tivelli con un capitolo intitolato "Le sfide del digitale e della privacy al costituzionalismo e alle autorità indipendenti".

"Parlare di privacy oggi significa riferirsi alla riservatezza della persona nel senso classico del termine, ma soprattutto alla dimensione della tutela dei dati personali - dice Ginevra Cerrina Feroni -. Difendere i dati significa difendere la persona. Attività tanto più necessaria quando si vanno a toccare informazioni sensibili". Oggi i grandi temi sul tavolo del garante sono la sanità pubblica, la lotta all’evasione e il ruolo delle piattaforme.

"Le sfide del digitale impongono al costituzionalismo un ripensamento del proprio ruolo. Nel ‘costituzionalismo digitale’ le autorità indipendenti e di garanzia hanno il compito di porre limiti al potere, sia esso pubblico o privato. Un’azione necessaria affinché il monopolio sui dati personali non conduca alla instaurazione di un nefasto ‘Stato della sorveglianza’. Ecco perché occorre sostenere il progresso tecnologico, ma senza sottovalutare l’importanza delle regole che permettono la difesa dei diritti e delle libertà dei cittadini. È in questo equilibrio tra tecnologia e diritti che si rinviene l’essenza profonda di uno Stato democratico" dice l’avvocata.