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Le strategie delle aziende. Merce in svendita e campionari nuovi: "Così stiamo ripartendo"

Guazzini (Montezemolo): "Pago la tasse, mi aspetto interventi adeguati". Roberta Pecci: "A gennaio riparte la filatura, abbiamo già evaso alcuni ordini". .

Le strategie delle aziende. Merce in svendita e campionari nuovi: "Così stiamo ripartendo"

Lorenzo Guazzini, titolare di Montezemolo, conta due milioni di euro di danni a Campi per l’alluvione. Il negozio di via del Pantano è stato completamente devastato da acqua e fango, ma come altri imprenditori, si è rimboccato le maniche e da settimane ha avviato la vendita promozionale dei suoi capi di abbigliamento per poi reinvestire nel negozio e rinnovarlo. "La svendita sta andando molto bene – commenta Guazzini – Si proseguirà per tutto gennaio e parte di febbraio". Un modo per recuperare liquidità e investire nella ristrutturazione del negozio di via del Pantano. "Una volta completata la liquidazione, dovrò chiudere per rifare tutto quello che è finito sotto un metro e mezzo di acqua e fango. L’arredamento è da buttare, come pure i muri in cartongesso". Guazzini non ha contemplato l’idea di trasferirsi e di aprire il negozio in altro luogo dopo l’alluvione del 2 novembre.

"Sono un imprenditore – prosegue – io rimango qui, dove sono sempre stato. Pago le tasse e con quanto corrispondo mi auguro che vengano sistemate le strade, rafforzati gli argini dei fiumi. Chiedo soltanto di poter svolgere il mio lavoro in tranquillità: la mia parte la faccio con le tasse. Anche con lo smaltimento dei rifiuti ammassati dall’alluvione ci siamo arrangiati: a sei giorni dalla distruzione sono riuscito a far liberare il piazzale da una società privata. Alia non aveva tempo di intervenire: prima c’era da aiutare la gente, le famiglie e bisogna liberare le strade, poi i piazzali".

La ripresa c’è, ma a piccoli passi. Lo stabilimento di 20mila metri quadrati della Pecci Filati e Filati Naturali, a Campi Bisenzio, stringe i denti dalla notte dell’alluvione. Obiettivo: riattivare i macchinari e riprendere in pieno la produzione interna. "Puntiamo a ripartire con una parte della produzione interna già dal 2 gennaio", commenta Roberta Pecci. L’intenzionae è attuare il piano di ripresa, rimboccandosi le maniche per procedere con la bonifica dello stabilimento e la pulitura dei macchinari. "Abbiamo terminato la prima bonifica dei macchinari, lavando pezzo per pezzo, smontando le parti elettroniche e i motori. Via via stiamo provando ad accendere i macchinari, quelli interessati alla pulizia sono tra 40 e 50 – spiega Pecci – Anche durante le festività imminenti si continua a lavorare. Quanto ci vorrà? Almeno un mese e mezzo".

Fino ad oggi il personale è stato impiegato nel liberare lo stabilimento da fango ed acqua, nel pulire macchinari e altri strumenti necessari al lavoro quotidiano. "In questo periodo, grazie al supporto della filiera esterna, abbiamo potuto evadere alcuni ordini e già 20 giorni dopo l’alluvione abbiamo fatto campionari. Se fossimo da soli e non in un distretto tessile saremmo fermi", riflette Pecci. Nell’alluvione l’azienda di Capalle ha perso "più filato che materie prime. Queste ultime sono state lavate e recuperate per un buon 70% con un evidente declassamento. Meno bene è andata con i filati già pronti non più utilizzabili".

Un mese e mezzo di intensa attività di recupero, possibile grazie all’impegno dei dipendenti e anche al supporto nello smaltimento dei rifiuti speciali. "La Regione Toscana ha aperto il portale a cui possiamo fare capo per presentare l’elenco dei danni – aggiunge Pecci – Unico supporto è venuto da Alia che sta smaltendo una quantità incredibile di rifiuti grazie all’ordinanza specifica emessa dalla Regione. Se non ci fosse stata l’ordinanza ci saremmo dovuti accollare tutto lo smaltimento. Poi anche le banche hanno fornito un loro aiuto concreto grazie al provvedimento che permette di non restituire le rate dei mutui".

Sara Bessi