Le testimonianze: "Chiusi tutta la notte nel centro commerciale. Ansia, lacrime e paura"

Campi Bisenzio, oltre 100 persone bloccate mentre facevano acquisti. "Ci hanno dato cibo e coperte. Noi al sicuro, ma temevano per i familiari"

Le testimonianze: "Chiusi tutta la notte nel centro commerciale. Ansia, lacrime e paura"

Le testimonianze: "Chiusi tutta la notte nel centro commerciale. Ansia, lacrime e paura"

Firenze, 4 novembre 2023 – Fuori la tempesta, l’acqua che sale e si porta via tutto. Loro dentro, nel centro commerciale ormai vuoto, in salvo ma vicini all’alluvione che ha devastato Campi Bisenzio e mezza Toscana. Stefano Lao, 28 anni, e Dhebora Paluca, 20, hanno passato la notte a I Gigli. Perché con la piena intorno che cresceva, mettersi in strada dopo quel pomeriggio di shopping sarebbe stato troppo pericoloso. Sono potuti uscire alle cinque e mezzo del mattino, senza aver chiuso occhio ma con in pancia le ciambelle offerte agli inaspettati ospiti di una nottata difficile da dimenticare.

"Mentre stavamo andando verso I Gigli in macchina, ha iniziato a piovere molto forte – racconta Stefano –. Però siamo riusciti ad arrivare senza problemi. Dentro di me pensavo che la pioggia sarebbe diminuita, ma dopo una mezz’ora in giro per negozi la luce continuava a saltare, a quel punto ci hanno informato che avrebbero chiuso prima".

Da lì in poi il panico. Un centinaio di persone sono dovute rimanere nel centro commerciale che con prontezza ha serrato le porte accogliendo chi era dentro. "La paura iniziale è stata tanta, vedevo gente che piangeva disperata, ragazze che volevano tornare a casa e anche noi volevamo andare via – continua – poi mi sono reso conto che dentro ai Gigli ero molto più al sicuro di tutte le persone fuori, l’unico pensiero al quale mi aggrappavo era che l’acqua non sarebbe mai potuta arrivare fino al secondo piano di un grandissimo centro commerciale".

È con voce stanca di chi non ha dormito e con la paura di una notte drammatica che il 28enne racconta cosa hanno visto i suoi occhi per 10 ore chiuso nell’ala ristorazione al secondo piano. "La situazione è stata gestita in maniera abbastanza autonoma, io non sono riuscito a dormire, la mia adrenalina era molto alta, Dhebora ha dormito su un divanetto per qualche ora, così come altre persone. Sono riuscito a rimanere in contatto con il mondo esterno, ed ero io ad essere preoccupato per loro perché paradossalmente noi, eravamo al sicuro". Asciutti e pure coccolati: "Il personale del centro commerciale ha dimostrato una grande generosità per chiunque avesse bisogno di qualsiasi cosa, cibo, acqua, coperte".

Nonostante il dramma vissuto ha voluto ricordare un piccolo aneddoto di quando era bambino che è stato d’aiuto per mantenere lucidità: "Nel momento in cui ho capito che la situazione era sicura, ho iniziato a pensare a quante volte da bambino immaginavo di rimanere chiuso all’interno di un supermercato, per gioco: è stata grazie a questa immagine dei miei ricordi d’infanzia che sono riuscito a calmare le persone che stavano vivendo la mia stessa angoscia". Nella voce di Dhebora si sente ancora l’ansia: "Inizialmente ho avuto davvero paura, piangevo e pensavo che non ne saremmo usciti vivi. Ero molto preoccupata per la mia sorellina che era a casa, avevo freddo, ero terrorizzata, avevo attacchi di panico, ero lontana dalla famiglia in un posto estraneo. Dalle finestre dei Gigli vedevo macchine che venivano trascinate via con una violenza che non si può raccontare". La loro disavventura l’hanno raccontata anche live sui social. "Ho ricevuto pure molti insulti per ciò che ho pubblicato, ma è stato per noi un modo per non pensare, dopo aver assodato che eravamo al sicuro".

Linda Coscetti

Stefano Brogioni

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