FIRENZE
Un truffatore in trasferta che avrebbe fatto piangere almeno sette anziani, deboli e vulnerabili, abboccati al suo subdolo raggiro.
La procura di Firenze ha chiesto e ottenuto dal gip la custodia cautelare in carcere per un campano di 21 anni, ritenuto il responsabile di cinque truffe consumate in danno di altrettanti sventurati. Ma l’ufficio del tribunale, considerata la gravità e la pericolosità sociale del soggetto in questione, ha usato la mano particolarmente pesante nei suoi confronti, formulando una ulteriore misura “di riserva“: quando scadrà la custodia in carcere, inizierà a “scontare“ gli arresti domiciliari in relazione ad altri due episodi di cui si sarebbe reso protagonista, non consumati pienamente ma pur sempre tentati.
Il 21enne non avrebbe agito da solo, alcuni dei suoi complici però non sono ancora stati identificati.
Non avrebbe agito da solo anche perché il suo modus operandi prevede la “collaborazione“ di più soggetti. Un ignoto, ha ricostruito la task force interforze costituita all’interno della sezione di polizia giudiziaria della procura, dà il via alla truffa telefonando a un’anziana al numero fisso dell’abitazione, qualificandosi quale appartenente all’Arma dei carabinieri. Usando un tono fermo e grave, il telefonista annuncia alla povera vittima che suo figlio o un suo prossimo congiunto ha avuto un gravissimo incidente stradale e ha cagionato il decesso di una persona.
Mentre dall’altro capo del filo la persona di una certa età va - ovviamente - in fibrillazione, il truffatore accelera e comunica che per evitare guai peggiori, fino all’arresto, era necessario versare immediatamente all’avvocato che lo sta difendendo una grossa somma di denaro o in alternativa dei preziosi a portata di mano in casa.
Per far sentire la gravità della situazione, più voci si alternano al telefono: perfino un’imitazione del figlio disperato che pregava la madre piangendo e supplicando di aiutarlo.
A questo punto, la strada è spianata: nel giro di pochi minuti, un incaricato dell’avvocato si presentava a casa per ritirare soldi o preziosi.
Secondo le indagini, sarebbe stato proprio il 21enne il campano l’incaricato di “completare“ il raggiro nella sua parte finale.
La task force investigativa ha ricostruito almeno cinque episodi in cui il 21enne (riconosciuto dalle persone e talvolta anche inquadrato da telecamere) è riuscito ad uscire dalle case delle malcapitate vittime con il bottino. E per questi cinque episodi il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere. In altri due casi non è riuscito a portare a termine il “lavoro“, ma, come detto, la gravità delle sue azioni ha suggerito al giudice di adottare una misura secondaria dei domiciliari.
Nel frattempo le indagini proseguono, sia per capire se il 21enne campano abbia messo a segno altri colpi o per individuare complici rimasti fino a questo momento ignoti.
"Stante la necessità di assicurare il completamento delle suddette delicate indagini in un contesto di assoluta genuinità per le attività di acquisizione probatoria, non sussistono le condizioni per la comunicazione di ulteriore informazioni", si legge in un comunicato stampa del procuratore capo Filippo Spiezia.
ste.bro.