Segnali contrastanti emergono dall’aggiornamento di settembre del "Barometro delle costruzione", a cura di Ance Toscana, che proprio ieri ha festeggiato a Firenze i 50 anni dalla fondazione. A fare la parte del leone sono i bandi di gara per i lavori pubblici: nei primi sei mesi del 2023 in Toscana sono state pubblicate quasi mille gare per un ammontare di poco inferiore ai 2 miliardi di euro: un dato più che doppio rispetto allo stesso periodo del 2022.
A fare da traino per questi risultati, si spiega da Ance, continuano a essere le gare del Pnrr. Deboli segni più fanno registrare i numeri delle ore lavorate e dei lavoratori iscritti: dopo gli spumeggianti primi mesi del 2021 e 2022 grazie alle agevolazioni dei bonus edilizia, i primi sei mesi del 2023 si mantengono positivi ma su valori assai meno brillanti sia per quanto riguarda i lavoratori (+2,3% la variazione semestrale) che le ore lavorate (+1,3%). Continua, invece, la battuta d‘arresto già evidenziata a inizio anno per le compravendite residenziali: -15,3% sul 2022. Segno meno anche per i dati di Banca d’Italia sui prestiti alle imprese di costruzione nel primo semestre 2023.
"Vogliamo continuare a lavorare in un mercato trasparente che premi la professionalità delle imprese vere e strutturate - ha spiegato il presidente di Ance Toscana Rossano Massai al convegno celebrativo dei 50 anni dell’associazione -. Non si può più improvvisare. In questo contesto proprio noi chiediamo da tempo che sia prevista una qualificazione per chi esercita questa attività. Non sempre le normative hanno risposto in maniera adeguata all’evolversi delle esigenze della società e delle imprese. Chiediamo di avere stabilità. Basta con le imprese che per lavorare fanno, di fatto, da cassa allo Stato e con i bandi di gara che non adottano prezzari aggiornati, o a metodi di aggiudicazione che non premiano le imprese strutturate, corrette e sane".
Non poteva mancare l’attenzione al nodo Superbonus. "Sicuramente ha tirato fuori il Paese dalla recessione in quel momento –, ha detto la presidente nazionale Ance, Federica Brancacci – se errori ci sono stati, lo sapremo nel tempo, ma non li possono pagare imprese, famiglie e cittadini. Ora bisogna trovare una soluzione, anche perché se si parla di transizione energetica mettiamoci in testa che non si fa a costo zero". E la deputata azzurra Deborah Bergamini ha sottolineato che "il governo sta lavorando alla proroga del fondo per le maggiori spese sostenute per il caro materiali".
Sul Codice degli appalti è intervenuto infine in videomessaggio il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: "L’Istat sta definendo gli indici dei prezzi degli appalti perché l’adeguamento nel tempo del costo delle opere pubbliche possa avere finalmente parametri certi di riferimento. Questo significa prevenire contenzioso futuro ed evitare che opere strategiche rimangano a metà perché il quadro economico-finanziario non regge".