REDAZIONE FIRENZE

Lega divisa tra Meini e Vannacci. Da vicesegretario il generale è pronto a piazzare i suoi pretoriani

Oggi l’eurodeputato al congresso del Carroccio (con la tessera) per suggellare l’intesa con Salvini. Niente listino bloccato per la capogruppo in Regione: sarà candidata a Pisa se FdI impone Tomasi.

Oggi l’eurodeputato al congresso del Carroccio (con la tessera) per suggellare l’intesa con Salvini. Niente listino bloccato per la capogruppo in Regione: sarà candidata a Pisa se FdI impone Tomasi.

Oggi l’eurodeputato al congresso del Carroccio (con la tessera) per suggellare l’intesa con Salvini. Niente listino bloccato per la capogruppo in Regione: sarà candidata a Pisa se FdI impone Tomasi.

di Francesco Ingardia

"Coraggio e libertà", esclamano i leghisti a congresso a Firenze. Uno slogan incardinato a fianco del guerriero simbolo di Alberto da Giussano. Ma l’aria che si respira in Fortezza da Basso non è la stessa di quella dell’Hotel Ripamonti di Milano che ospitò nel febbraio ’91 il congresso fondativo della Lega Nord lanciata da Bossi. Il Carroccio di oggi ha fatto la muta, nel segno di Elon Musk: autonomista in Italia, ultra-sovranista in Europa. Ed è proprio quella parolina, ’ultra’, che agita gli oltranzisti della Liga veneta. Così come i puristi toscani. Il punto è che se ne dovranno fare entrambi una ragione per colpa del ’lodo Vannacci’. Avallato dal leader (per acclamazione) Matteo Salvini. Il vicepremier che gli alfieri doc (Molinari, Crippa, Romeo, Durigon) vorrebbero tornasse al Viminale "per il bene dell’Italia" - anestetizzata la vicenda giudiziaria Open Arms -, si tiene stretto in mano un accordo col generale Vannacci che riguarda da vicino la Toscana in ottica Regionali. L’europarlamentare è atteso oggi a Firenze, pronto ad appendere al chiodo la divisa in favore di un gessato istituzionale. Con spilletta della Lega cucita al petto, parlando dal palco della Fortezza. Domenica 6 aprile 2025, per la storia della Lega, segnerà un prima e un dopo, come il giorno del tesseramento da militante di Vannacci. Condicio sine qua non per la vicesegreteria allargata a quattro teste anziché tre, data ormai per acquisita, grazie alla modifica dello statuto del partito che elimina il limite temporale dell’anzianità di militanza per la eleggibilità a cariche alte federali (anche per imbarcare delusi di Fratelli d’Italia e Forza Italia al Sud). Battaglia persa, quindi, per la frangia toscano-veneta - a partire da Ceccardi e Meini, fino al doge Zaia - avversa a mister preferenze alle ultime Europee (500mila voti). Più che spendibili col voto autunnale alle porte, se il ministero dell’Interno escluderà l’ipotesi del voto nella primavera 2026.

Sibillino tutto il centrodestra nazionale attende la pronuncia della Consulta di mercoledì. Il candidato governatore toscano dipende dall’eventuale terzo mandato concesso a Zaia. Tomasi (FdI) resta il favorito nella logica dei rapporti di forza partitici. Intanto gli alleati meloniani e forzisti continuano a non vedersi attrorno a un tavolo. Ma a scambiarsi bozze di programma sottobanco. Ci sono convergenze da cucire visto le distanze su dossier critici come Multiutility, governance del servizio idrico e modello sanitario adottabile (se più territoriale come vorrebbe la Lega o centralizzato alla Fratelli d’Italia). Poi certo, la facciata del centrodestra unito appare inossidabile. "Vi do la mia parola d’onore che la Lega Toscana darà l’anima e il cuore per mandare a casa anche qui la sinistra - lo slancio del segretario regionale Luca Baroncini, nell’intervento inaugurale del congresso, cronometrato dal ministro Giorgetti -. La Toscana è governata da 55 anni dal Pd o dai suoi antenati, cambiano il nome ma sono sempre i soliti gestori di potere e di poltrone".

Mica però le grandi manovre sono solo in atto nel centrosinistra. Per quanto ancora "non maturi" i tempi per parlare della composizione della lista, la Lega sta valutando l’opportunità di blindare nomi e profili nel listino bloccato facoltativo. Così fece nel 2020 con Giovanni Galli. L’ambizione è quella di far scattare il seggio su Pisa e Firenze, ed eventualmente Lucca. Meini, dirotterebbe sul suo collegio pisano persa la partita da candidata governatrice. Certo è che con un Vannacci vicesegretario federale, c’è da aspettarsi un impatto forte sulla campagna elettorale toscana. Non con la sua personale scesa in campo, assicura il suo entourage, "ci metterà la faccia girando per i territori, senza candidarsi". Ma tramite il blocco dei fidi pretoriani in rampa di lancio, con buona pace della pasionaria Susanna Ceccardi: Claudiu Stanasel a Prato, Andrea Vasellini a Grosseto, Barbara Nannucci a Firenze, Annamaria Frigo a Lucca, Eugenio Vassalle a Viareggio.