di Pietro Mecarozzi
"Ci hanno chiesto la disponibilità a mettere le tende per ospitare i migranti circa un mese fa". A spiegarlo è Mauro Storti, uno dei coordinatore della cooperativa Il Girasole, che gestisce parte dei migranti accolti in Toscana. La richiesta "è arrivata dalla prefettura, e le tende avrebbero dovuto essere installate negli spazi fuori dai Cas (Centri di accoglienza straordinaria ndr), noi però – continua Storti – non abbiamo dato la nostra disponibilità, in quanto non crediamo in questo tipo di accoglienza, e le temperature della stagione le avrebbero rese invivibili".
L’emergenza migranti, con percentuali diverse, sta coinvolgendo tutta Italia, compresa Firenze. Secondo quanto deciso dal governo in base al criterio di redistribuzione stabilito per il 70% della popolazione residente in ciascuna regione e per il 30% sull’estensione territoriale, saranno oltre 3mila i migranti in arrivo in Toscana, che si aggiungeranno ai circa 7mila presenti. Il caso delle tende, sollevato da un articolo del Corriere fiorentino, ha riguardato il Comune di Pelago, che per pochi giorni ha ospitato due tensostrutture, ciascuna da sei posti, nel giardino del Cas dove alloggiano 42 persone, tutti migranti. L’ondata di polemiche ha spinto il sindaco di Pelago a trasferire le persone in un immobile a Diacceto messo a disposizione dalla parrocchia.
Ma il dossier migranti rimane più complesso che mai. Quella delle tende è una soluzione ventilata, a corrente alterna, già negli anni precedenti. Oggi, dopo il tentativo a Pelago, secondo quanto affermano dalla prefettura "a Firenze non sono previste nuove tende per accogliere i migranti che verranno reindirizzati sul territorio", bensì "ci sarà un dialogo continuo con i sindaci della Città Metropolitana e con gli enti locali per riuscire a trovare dei nuovi immobili in grado di fornire la giusta ospitalità".
I migranti presenti nei Cas nell’area metropolitana fiorentina sono circa 2mila, senza contare che nel Comune di Firenze, tra posti Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) e minori non accompagnati (che sono 450 in tutto), si contano circa 700 persone in più, oltre ai Cas. Inoltre, nella ripartizione della percentuale degli oltre 3mila arrivi, alla provincia di Firenze ne toccherebbero più di 800.
"A questo si deve aggiungere – chiosa Marzio Mori, direttore dei servizi di Fondazione Caritas Firenze legati alla marginalità ed ai migranti – che è sempre più difficile aprire nuove strutture di accoglienza, sia per la disponibilità dei sindaci a concedere degli immobili, sia per i costi da sostenere e per i paletti che le nuove norme hanno imposto".
Su tutte, a ingolfare il meccanismo di accoglienza è la norma che esclude la possibilità di ospitare i richiedenti asilo nella rete del Sistema di accoglienza e integrazione gestita con i Comuni. "Il risultato è che i migranti che erano orientati verso posti Sai vengono mandati nei Cas, che in questo momento stanno esplodendo per il sovraffolamento", svela Mori.
Cosa dobbiamo aspettarci quindi nelle prossime settimane? "Le strutture sono sature e sarà difficile trovare nuovi immobili – conclude Mori –, quindi è possibile che venga avviata una procedura d’emergenza, con moduli abitativi o con delle tensostrutture. Non vedo molte altre alternative".