REDAZIONE FIRENZE

L’esercito dei 15mila invisibili. Ma ancora oggi la salute mentale resta la Cenerentola della sanità

Duemila ricoveri ogni anno nelle strutture dell’area fiorentina, aumentano gli accessi al pronto soccorso. L’assessore Funaro: "C’e’ una grande sottovalutazione del problema a livello nazionale".

L’esercito dei 15mila invisibili. Ma ancora oggi la salute mentale resta la Cenerentola della sanità

Quindicimila e 700 persone in cura ai servizi psichiatrici dell’Asl Toscana centro, area fiorentina nel 2022 (erano 13.500 nel 2019), un esercito di oltre quarantamila anime in Toscana con aumenti percentuali anche a doppia cifra nel corso degli anni. Sono i malati invisibili: da sempre l’area grigia della sanità in cui intervenire è difficile. Ma non impossibile, a patto di investire risorse e strategie. Un tema che torna dannatamente di attualità solo quando i malati diventano autori di reato ed escono dal limbo dell’anonimato.

E se commettono reati quasi sempre è nei confronti di familiari – come nel caso della tragedia di via di Santa Lucia –, le prime vittime del cortocircuito della mente e dell’assenza delle istituzioni. A volte invece si uccide rincorrendo a caso il filo della follia, come accaduto un anno fa quando un giovane fiorentino scappò dallo studio medico dove l’aveva portato il padre e uccise un passante a Pisa, un pensionato. Lui, 25 anni era in cura, la vittima un perfetto sconosciuto.

Un canovaccio sempre uguale fatto di ricoveri in emergenza, aiuti difficili, famiglie lasciate sole che invecchiano e diventano ogni giorno più fragili cercando con il passare del tempo di sopravvivere a figli, fratelli, genitori da assistere e da salvare da se stessi.

Appena un anno fa la Nazione riportò il problema della mancanza di strutture per i casi più gravi con 5,2 posti letto per acuti ogni 100mila abitanti nell’area metropolitana fiorentina, la soglia di necessità richiesta dalla Regione è di 6 posti letto. Di lì la decisione di ampliare i reparti psichiatrici di Torregalli e Ponte a Niccheri. Ma l’azzeramento di posti letto nelle cliniche universitarie di psichiatria a Careggi, ha causato una ripercussione sulle strutture territoriali. Non è una questione di nostalgia per i manicomi aboliti da Basaglia ma la necessità di individuare la soluzione a un problema e una risposta adeguata da parte delle istituzioni.

Per capire il fenomeno degli ’acuti’ - come vengono classificati i malati psichiatrici che danno in escandescenze o commettono atti di autolesionismo– in un anno i ricoveri negli Spdc sfiorano quota duemila, mentre gli accessi al pronto soccorso degli ospedali Asl, tranne Careggi, sono passati da 132 nel 2019 a 186 nel 2022. "Sul fronte salute mentale c’è una grande sottovalutazione a livello nazionale: nonostante che nel periodo post Covid ci sia stato un aumento esponenziale di problematiche importanti, non c’è stato un conseguente investimento né sulle strutture né sulle figure professionali", aveva denunciato l’assessora al welfare, Sara Funaro. E la situazione non è cambiata.

Alle difficoltà delle cure sul territorio si unisce, come una mannaia la mancanza di posti nelle Rems: le Residenze per l’esecuzione delle misure esterne volute dal legislatore quando nel 2015 vennero aboliti gli ospedali pschiatrici giudiziari. Dovrebbero essere luoghi di cura proprio per gli autori di reato psichiatrici ovvero per chi ha commesso un reato essendo incapace di intendere e di volere o seminfermo. Ma le liste di attesa per accedere alle due Rems toscane (Empoli e Volterra) toccano quota 100 e la struttura nel Pisano è fatiscente. Mai iniziata la costruzione della nuova palazzina che doveva sostituire quella provvisoria. Perché la salute mentale sembra destinata a restare anche nell’area grigia dell’agenza politica.

Eri.P.