L’ultimo fattaccio è del 29 maggio. All’hotel Astor occupato di via Maragliano, si scatena un assalto al fortino portato avanti da uno squadrone di sudamericani armati di coltelli che tentano di occupare più stanze, cercando di sloggiare gli occupanti con la forza. Quel giorno mamme, fra cui quella di Kata, e bambini si barricano in camera e un 40enne ecuadoriano vola dalla finestra del terzo piano, finisce in ospedale.
Episodi simili si sussegono di mese in mese, facendo temere il quartiere per un focolaio di illegalità che presto diventa incendio. Ma perché l’albergo ancora non è stato sgomberato? L’Astor cessa l’attività durante la pandemia. Nel 2022, dopo la chiusura viene rilevato dalla nuova proprietà guidata dall’imprenditore Carlo Vadi. "Ma – spiega l’uomo – non abbiamo avuto il tempo di fare nulla. È stato subito occupato e nonostante la nostra denuncia non è cambiato quasi nulla". Il 20 settembre infatti il Movimento Lotta per la Casa guida l’occupazione. Quel giorno a entrare sono una settantina di persone: italiani, rumeni e peruviani fra i quali almeno una trentina di minori.
Il giorno dopo il blitz viene portato all’attenzione del Cosp, il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che, alla presenza del prefetto, vede anche il sindaco Dario Nardella e l’assessore al Welfare, Sara Funaro. Sono loro a mettere a verbale che "lo sgombero immediato disincentiverebbe nuovi tentativi di occupazione degli immobili". La questura intanto identifica 40 persone e suggerisce che, una volta disposto il sequestro si provveda alla messa in sicurezza. Ma il sequestro non arriva. Perché? In casi del genere si agisce in due modi: in flagranza di reato a 48 ore dall’occupazione o in virtù di un sequestro preventivo della magistratura, chiesto (tanto che la Digos deposita un’articolata informativa in procura), ma mai disposto. Solo col provvedimento del giudice ci sarebbero tutti i presupposti legali per riunire il Cosp e dare mandato alla di intervenire. Ma anche individuare sistemazioni per le categorie fragili, mamme e bambini in primis, attraverso i servizi sociali del Comune. "Abbiamo subito chiesto lo sgombero a settembre - spiega l’assessore al Welfare, Sara Funario – il giorno dopo l’occupazione dando garanzie nel momento per la presa in carico di bambini e soggetti fragili. Ma ancora non è arrivato il decreto di sequestro preventivo che permette di intervenire. Così non possiamo fare nulla a ora sarebbe come se il Comune entrasse in casa di un privato cittadino. Ma non è il momento delle polemiche".
Intanto nell’ex Astor la vita è andata avanti con scintille sempre più frequenti fra comunità sudamericana e rumena: una bomba innescata che attende solo l’accensione della miccia. Nelle ultime settimane l’accelerazione con le segnalazioni per rumori, urla, schiamazzi moltiplicate. Fino a quella per un boato nel cuore della notte. Una bottiglia rotta secondo gli occupanti, uno sparo per i residenti di Novoli che oggi a gran voce chiedono una cosa sola: vivere liberi dalla paura. Insieme a Kata.
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Eri. P.