Firenze, 9 novembre 2024 - Il Galileo è salvo. Nessun accorpamento per il liceo classico di via Martelli, che dunque manterrà la propria autonomia. Ha deciso così la Metrocittà, applicando il criterio di “storicità, anzianità, identità e anno di fondazione”. Alzano in alto i calici gli ex studenti, che si erano mobilitati per salvare la loro scuola, anche proponendo una legge proprio per tutelare gli istituti storici. “Siamo soddisfatti perché è stato accolto il principio di storicità e identità del Galileo - dicono gli ex alunni riuniti nell'associazione Amici del Galileo -. In generale, non siamo contenti quando si accorpano le scuole, che sono luoghi di formazione per i giovani. Ora, la politica tutta recepisca questi valori: lanciamo l’idea di un coordinamento delle scuole storiche toscane proprio per evitare, in futuro, che rischino di sparire”.
Se in via Martelli si festeggia, tutt’altra aria tira a Gambassi, dove il comprensivo Gonnelli dovrà essere accorpato, ma potrà decidere con quale altro istituto. Parla di "misure dolorose che abbiamo cercato di arginare di fronte alle scelte del governo” la consigliera delegata alla rete scolastica per la Città metropolitana, Beatrice Barbieri. "L’attuazione del piano di dimensionamento degli istituti scolastici - dice, - costringe in base a scelte che non condividiamo ad accorpare le scuole di ogni ordine e grado, con ricadute pesanti sulla qualità dell’insegnamento e con tagli alle mansioni del personale, senza considerare la storia dei territori e degli istituti. A malincuore, si è dovuta compiere una scelta che salvaguardi la possibilità per il Gonnelli di stabilire con chi condividere la dirigenza scolastica. Capiamo che gli accorpamenti, anche se non sono chiusure, portano sempre con sé difficoltà e dispiaceri”.
Nei giorni scorsi, l’ipotesi che il Galileo venisse accorpato, oltretutto al ‘nemico’ di sempre Michelangelo, aveva fatto esplodere una forte polemica rimbalzata anche a Roma, con l’onorevole Federico Gianassi che più volte è intervenuto per esprimere la necessità di preservare la storia del liceo. Anche la preside del Galileo, Liliana Gilli, era stata chiara: “Il Galileo è molto più che una scuola: è un luogo di forte identità culturale. Negli ultimi anni abbiamo innovato molto, tra progetti come i podcast in laboratorio e eventi come la Notte dei classici. Ora lavoriamo su una mostra dedicata agli ex alunni, per celebrare l’eredità del Galileo”. La dirigente, che al momento non se la sente di parlare, aveva ricordato che la scuola ha rischiato di perdere l’autonomia per appena 31 alunni in meno, derivanti dal “calo di iscrizioni che c’erano state durante la pandemia, quando avevamo perso una classe, dato che noi da sempre accogliamo molti pendolari”.
Voce fuori dal coro quella di Claudio Gaudio della Cisl scuola, secondo cui “il criterio della storicità per salvare il Galileo è alquanto risibile, dato che gli elementi da prendere in considerazione sarebbero dovuti essere altri”. “La verità - prosegue Gaudio, - è che la lentezza della politica non poteva che portare a questo risultato, visto il ritardo col quale sono state attribuite le cariche ai consiglieri di Palazzo Medici Riccardi. Con tempi più distesi, avremmo potuto ‘spacchettare’ uno dei comprensivi di Firenze. Sarebbe stata una mossa decisamente più indolore”. Chiede “investimenti e non accorpamenti” l’Flc-Cgil, che con lo sciopero generale del 29 novembre tornerà ad insistere sullo “stop agli accorpamenti voluti dal governo e dal ministro Valditara”.
Il percorso per stabilire gli accorpamenti è iniziato il 19 settembre 2024, quando la Regione Toscana ha avviato una concertazione sui criteri per il dimensionamento per l’anno scolastico 2025-2026. Inizialmente, era previsto che la Città Metropolitana di Firenze dovesse fare due accorpamenti, poi scesi ad uno."La densità della popolazione studentesca di Firenze - ha spiegato la consigliera Barbieri, - è molto elevata e superiore rispetto ad altre zone della regione, come l’Empolese Valdelsa, e questo va tenuto in considerazione”. La Città Metropolitana ha quindi salvaguardato il Galileo. Anche per il futuro, conclude Barbieri, sarà fondamentale lavorare insieme a dirigenti, sindacati e conferenze di zona per evitare che i numeri freddi compromettano il valore culturale delle scuole italiane.