di Linda Coscetti
"Forse l’idea più giusta per spiegare perché Napoleone è ancora un personaggio così attuale che arriva a dividere è l’esempio dell’appendiabiti. Non sopravvivi per due secoli se hai sempre la stessa faccia e personalità, ma se la cambi. Come gli appendiabiti, ogni giorno trovi una cosa diversa appesa". E’ così che il professor Luigi Mascilli Migliorini, grande storico e studioso di uno delle figure più amate e più odiate di sempre, ha risposto al perché l’imperatore non è mai tramontato. Una riflessione arrivata in occasione dell’uscita della prima del film ’Napoleon’ diretto da Ridley Scott, una delle pellicole più attese dell’anno che ha già diviso la critica.
Per ricordare la figura di Bonaparte, Giunti Odeon ha organizzato ieri un dialogo tra il professor Luigi Mascilli Migliorini ed Erika Pontini capocronista de ’La Nazione’ di Firenze negli spazi magici del cinema restaurato. Migliorini è autore, tra l’altro, di ’Napoleone’ e de ’L’ultima stanza di Napoleone, memorie di Sant’Elena’, un libro di storia che regala al lettore la scoperta degli ultimi momenti inediti della vita di Bonaparte, compreso il condottiero giardiniere.
Durante l’incontro, organizzato con la collaborazione con Carocci Editore (che ha acquisito la Salerno Editrice), è stato ripercorsa la vita del grande conquistatore definito dallo stesso professore come una necessità: "Abbiamo bisogno di Napoleone – aggiunge –. C’è chi ha bisogno di protagonisti più recenti, ma gli storici sentono il grande desiderio di partire proprio da questa figura, esattamente come Macron quando durante un discorso ai francesi ricorda loro di riconoscere nella figura di Napoleone una parte importante della loro storia. E peccato se un ministro abbia deciso di togliere il quadro che lo raffigurava".
Una figura che a livello geografico ha fatto il giro di gran parte dell’Europa tra vittorie e sconfitte, ricordando la ’battaglia di Austerlitz’, ma anche la disfatta diWaterloo. Proprio in merito alle sue battaglie Migliorini ha sottolineato: "Anche quando sapeva che da Sant’Elena non ne sarebbe uscito vivo, non si è mai sentito avvilito dalla sconfitta, perchè è un uomo che perdendo è riuscito a vincere, rimanendo nella memoria di tutti come un eroe".