LUIGI
Cronaca

L’importanza di fare la propria parte

Caroppo Giusto provare a fare qualcosa. A mandare un messaggio. A seminare sperando che qualcosa cambi. Sport come specchio di...

Caroppo

Giusto provare a fare qualcosa. A mandare un messaggio. A seminare sperando che qualcosa cambi. Sport come specchio di vita. Da vivere in maniera autentica: impegno, divertimento e condivisione. Partite di calcio come momento di esaltazione dello spirito di squadra, del risultato collettivo. Insomma, la bellezza della competizione. Ma nei binari del rispetto dentro e fuori dal campo. Sì, proprio sugli spalti perché è tra i gradoni degli impianti sportivi e attaccati alle reti di recinzione che si sentono le peggio cose. Offese, minacce. E spesso si vedono risse. Gli adulti protagonisti, quelli che dovrebbero essere d’esempio: genitori esaltati, nonni tifosi.

È una iniziativa giusta e da sperimentare confidando che qualcosa rimanga, quella della partita applaudita. Non retorica, ma fatti concreti. Non troppi discorsi ma la richiesta di cambiare verso. Intanto per un fine settimana, poi si spera per tante altre partite, tornei, campionati.

In campo si pensa a giocare, sulle tribune ad applaudire. Non pretendiamo che siano applausi trasversali, per tutti indistintamente (cosa che non farebbe male), ma ci accontentiamo che il sostegno sia appunto sereno e tranquillo per i propri colori, per i propri figli e nipoti. Senza etichettare l’avversario e senza prendere di mira l’arbitro che, ai livelli giovanili, spesso è un coetaneo o giù di lì dei giocatori.

Prima di ogni partita i capitani di tutte le squadre coinvolte nell’iniziativa leggeranno, metà ciascuno, un messaggio in cui si chiede ai genitori, ai nonni, agli amici, a tutti gli spettatori di "partecipare alla partita in maniera diversa dal solito": "Fate rumore solo per gli applausi, tanti applausi". Nella lettera si ricorda che "urla e imprecazioni non ci aiutano a giocare meglio" concludendo così: alla fine al di là del risultato "tutti ci saremo impegnati al massimo". Dedizione e rispetto, il noi della squadra prima dell’io del potenziale talento: tutti in campo e fuori a fare la propria parte.