ROSSELLA CONTE
Cronaca

L’imprenditore che resiste: "Dico no agli affitti brevi ma lo Stato ora ci aiuti"

Emanuele Grazzi ha scelto di non mettere a reddito i propri immobili "Occorre diversificare la tassazione, e far tornare i fiorentini in centro".

Emanuele Grazzi ha scelto di non mettere a reddito i propri immobili "Occorre diversificare la tassazione, e far tornare i fiorentini in centro".

Emanuele Grazzi ha scelto di non mettere a reddito i propri immobili "Occorre diversificare la tassazione, e far tornare i fiorentini in centro".

di Rossella Conte

Con oltre 17mila immobili destinati ad affitti brevi, Firenze si trova a un bivio tra turismo e vivibilità per i residenti. Tuttavia, c’è chi sceglie di fare la differenza, come Emanuele Corti Grazzi, nato e cresciuto in Santa Croce, che continua ad affittare la propria casa a residenti.

Nel 2024, gli immobili offerti in locazione breve sono arrivati a rappresentare circa il 5% dell’intero stock residenziale comunale. Il quartiere più colpito è il centro storico, con 12mila immobili registrati, anche se il fenomeno si sta estendendo a tutta la città, causando una riduzione della disponibilità di case per i residenti e un aumento dei prezzi degli affitti.

Lei da 52 anni vive nella stessa casa e nello stesso quartiere, quello di Santa Croce. Tanti residenti negli anni sono migrati verso zone più periferiche. Lei resiste, perché?

"Amo la mia città e amo la strada in cui sono nato. Ho vissuto qui con i miei genitori, mia sorella e ora con mia moglie e i miei figli. Il futuro di Firenze dipende da noi fiorentini".

Ed è proprio per questo che, nonostante lei abbia diversi immobili in centro storico, si rifiuta di fare affitti brevi?

"Non voglio che Firenze sia solo una vetrina per i turisti. Firenze è una città viva e deve restarlo grazie a chi ci abita tutto l’anno. In alcuni degli immobili che affitto vivono persone che ci sono da più di cinquant’anni. Prima c’erano i genitori, ora ci sono loro con i figli. Sono persone che conosco da quando sono nato e non potrei mai mandarli via per fare spazio ai turisti. Credo che si tratti anche di senso civico: il futuro della città lo scriviamo anche noi. Ognuno può fare la differenza. Solo due delle abitazioni che possediamo sono dedicate agli affitti brevi, ma semplicemente perché non erano adatte al mercato residenziale".

È una scelta che va un po’ in controtendenza rispetto a quanto stanno facendo molti altri proprietari.

"Tutti vorrebbero che convertissi i miei contratti di locazione, ma non voglio. Detto questo, il Governo e l’amministrazione comunale dovrebbero fare qualcosa, altrimenti è normale che le persone si lascino tentare dalla rendita e dai guadagni. Sto resistendo, ma senza provvedimenti seri ed efficaci, potrei cedere anch’io".

Cosa occorre per invertire il trend?

"Occorre diversificare la tassazione. Esistono contratti a cedolare secca per studenti al 10%; potrebbero fare lo stesso per il mercato residenziale. Inoltre, bisogna garantire la proprietà privata in caso di morosità. Davanti a un inquilino che non paga, il proprietario deve poter tornare in possesso del suo immobile".

Il Comune di Firenze ha previsto un contributo a ristoro dell’Imu per chi, proprietario di un immobile in area Unesco, nel corso del 2024 ha cessato attività di locazione turistica o altra attività ricettiva extra-alberghiera ed è passato a un affitto di tipo residenziale. Può essere una misura valida?

"Non è sufficiente. Conosco persone che affittando un monolocale a turisti guadagnano anche 4mila euro al mese. Cosa potrebbe fare il Comune di Firenze? Ricreare le condizioni per vivere il centro".

Cosa è andato storto negli anni?

"Le pedonalizzazioni, i tagli ai posti auto a beneficio dei dehors e dei mercati su strada, e la movida notturna hanno reso la vita dei residenti al limite dell’impossibile. Tanti miei amici sono scappati: vivere dove non puoi fermarti sotto casa con l’auto per scaricare anche solo la spesa, o dove le bande di ragazzini suonano ai campanelli nel pieno della notte, non è semplice".