
L’inchiesta del 2007. Colata di cemento su Campi: "Questo Ruc è da galera"
di Stefano Brogioni
FIRENZE
Correva l’anno 2007 e la politica urbanistica del Comune di Campi Bisenzio finì pesantemente sotto accusa. Un’indagine dei carabinieri del Ros portò allo stop del Ruc - il regolamento urbanistico comunale -, la cui congruità con il piano strutturale veniva messa in dubbio non soltanto dai pm Giuseppina Mione e Leopoldo De Gregorio ma anche dalla politica e perfino da alcuni membri dell’allora maggioranza guidata dal sindaco Fiorella Alunni. A un’incongruenza nei volumi, corrispondeva, secondo le accuse di allora, molta generosità in appalti e permessi a costruire. Il risultato, poi, sarebbe stato anche un’impennata degli abitanti di una comunità che allora era assestata poco sopra i 40mila abitanti.
E anche se processualmente, l’appaltopoli campigiana non verrà ricordata come uno dei maggiori successi della procura, oggi che la città è finita sott’acqua, oggi che si parla di consumo del suolo, oggi che si ragiona di edilizia irrispettosa del territorio, certe conversazioni intercettate fanno venire i brividi. "E’ da galera, non è conforme", diceva a proposito del Ruc l’architetto del Comune di Campi Marco Cherubini, oppositore del ras del piano struttuale Pietro Felice, il capo dell’urbanistica dell’epoca.
Fu uno scandalo a Campi. L’ex sindaco Adriano Chini (in carica ai tempi dell’alluvione del ’91), che secondo le intercettazioni nel 2004 aveva lasciato "una scatola che si poteva fare tutto ed il contrario di tutto" e che davanti all’approvazione del consiglio comunale pare fosse "inc... nero", sconfessò pubblicamente il suo successore, Fiorella Alunni. Ai pm, Chini parlò di essere rimasto "deluso" dalla sindaca ("Non era in grado di governare quella realtà complessa") e profetizzzò effetti nefasti delle sue scelte urbanistiche "per 50 anni". "Nella seduta di adozione del Ruc assolutamente nessuno aveva capito cosa stavano approvando. Si stava discutendo del termovalorizzatore, c’era stata una discussione incredibile nell’area fiorentina. Io dissi. ‘Guardate la rovina di Campi non è il termovalorizzatore all’Osmannoro, è il Ruc che avete approvato’. Da lì partì una discussione ma io capii che non cera la determinazione di modificarlo". Anche Monia Monni, oggi assessore regionale, all’epoca nella giunta Alunni, si raffreddò per il “sacco“ a cui andava incontro Campi: "Guarda Fiorella... ho grossi dubbi sul quel progetto... non me lo fare trovare in Giunta... tu mi costringi a votarti contro", diceva 17 anni fa a proposito di una variante per l’insediamento industriale della Targetti. Oggi, analizzando il disastro che ha investito la Piana, Monni parla "di una pianura alluvionale e fortemente urbanizzata, forse anche troppo, e questo aumenta il rischio e l’esposizione delle persone al pericolo".