di Stefano BrogioniFIRENZE
Nel corridoio tra la baia 6 e la baia 7, gli operai lavorano, il carburante esce, formando una densa nuvola, e le autocisterne continuano a caricare. Ma le immagini dell’impianto di videosorveglianza del deposito Eni di Calenzano - dove alle 10.20 del 9 dicembre un’esplosione ha ucciso cinque persone ferendone altre 26 - e un nuovo sopralluogo degli inquirenti in via Erbosa guidati dal procuratore capo di Prato Luca Tescaroli (titolare del fascicolo con il sostituto Massimo Petrocchi), ha consegnato all’inchiesta sul disastro alcune nuove evidenze investigative.
I due filmati, che la procura ha diffuso nella serata di ieri, "rivelano - spiega lo stesso Tescaroli - l’abbondante fuoriuscita di liquido e la formazione di una densa nube a ridosso dell’esplosione, avvenuta lunedì 9 dicembre, intorno alle ore 10,20, nel mentre dei lavoratori, che indossano una tuta bianca, sono impegnati in una lavorazione su un carrello elevatore". I due meccanici stanno operando in altezza "in prossimità del luogo nel quale esiste una tubazione riposta sulla struttura pensile, che, in corrispondenza di due flange, risulta essere priva dei bulloni di sicurezza, come ha appurato quest’ufficio, a seguito di sopralluogo effettuato sull’area teatro del disastro".
Prende dunque sempre più corpo l’ipotesi di reato di "rimozione di cautele", accanto alle altre contestazioni, come l’omicidio colposo plurimo e le lesioni, presenti nel fascicolo aperto dalla procura pratese. E gli inquirenti si domandano anche se le operazioni in corso, a deposito aperto, mentre gli autisti riempivano le autobotti, abbiano acceso la "scintilla" che ha innescato la violenta esplosione.
A questi quesiti dovranno rispondere i superconsulenti del pool che ha ricevuto l’incarico dalla procura di analizzare la tipologia delle deflagrazione ma anche le conformità dei piani di sicurezza, interno ed esterno, del deposito "Eni refining e marketing" alla luce anche di ciò che è avvenuto in seguito all’incidente. Sono infatti crollate alcune strutture interne, si sono registrati danni sul territorio nell’arco di quasi un chilometro.
In questi giorni si sono celebrate le esequie delle cinque vittime. Sono gli autisti Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso e Davide Baronti e gli addetti alla manutenzione della Sergen di Grumento Nova Franco Cirelli e Gerardo Pepe.