L’inchiesta Open. Scontro sulle chat. Le difese dicono no. Decisione tra un mese

Nella prossima udienza del 10 novembre, il giudice Farini scioglierà la riserva sulla richiesta di autorizzazione alle Camere per l’utilizzo delle conversazioni di Renzi, Boschi, Lotti e Bonifazi.

L’inchiesta Open. Scontro sulle chat. Le difese dicono no. Decisione tra un mese

L’inchiesta Open. Scontro sulle chat. Le difese dicono no. Decisione tra un mese

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Dieci novembre. Sarà questo il giorno in cui il giudice Sara Farini comunicherà la sua decisione in merito alla richiesta, presentata dalla procura, di utilizzare - a sostegno della loro richiesta di rinvio a giudizio - chat e mail dei parlamentari Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi (non indagato) e dell’ex onorevole Pd Luca Lotti. Le conversazioni in questione sono state oggetto già oggetto delle pronunce della Cassazione e della Corte Costituzionale.

E su questo punto, gli avvocati degli imputati hanno replicato alla richiesta dei pm Luca Turco e Antonino Nastasi, prendendo spunto proprio dalla recente decisione della Consulta, che ha stabilito che il sequestro di quel tipo di corrispondenza sarebbe dovuto passare dalla giunta delle autorizzazioni delle due Camere.

Proprio in osservanza di questa recente pronuncia, i pm fiorentini hanno formulato la richiesta al Parlamento, ribadendo il "rilievo probatorio" di quel materiale, acquisito dalla guardia di finanza con le perquisizioni ad alcuni finanziatori e nell’archivio della Fondazione custodito dall’avvocato Alberto Bianchi, altro imputato eccellente.

Richiesta che, in caso di accoglimento, sarà il giudice ad inoltrare, passando di fatto la palla alla politica.

Ma in attesa della decisione - tutt’altro che scontata - restano le solite polemiche.

Matteo Renzi, che nel procedimento in questione è accusato di finanziamento illecito ai partiti (la Fondazione Open avrebbe scalato la sua ascesa politica dentro al Pd, di cui divenne segretario nel dicembre del 2013), anche ieri mattina non è mancato alla sua udienza, unico tra i dodici imputati ad essere comparso al palazzo di giustizia di Novoli per un’udienza preliminare che a suon di rinvii va avanti dall’aprile dello scorso anno. "In questo processo noi abbiamo ragione e difendiamo la legalità, la difendiamo dai Pm che la legalità non l’hanno rispettata come hanno dimostrato la Corte costituzionale e la Corte di Cassazione - ha tuonato Renzi -. E’ stata fissata un’altra udienza il 10 novembre. Io mi domando: quanto costerà al contribuente questo continuo rinvio? E’ un continuo rinvio di un processo sul niente. Lo sanno tutti che è un processo che non ha alcuna possibilità di andare avanti perchè hanno già parlato la Consulta e la Cassazione".

"Questo processo è un continuo impiego di risorse che la Procura di Firenze toglie ad altro - ha aggiunto Renzi - Come ricordare il caso dell’ex hotel Astor con la piccola Kata che è sparita? Come dimenticare le tante vicende di questa città in cui non si è fatta giustizia perchè i Pm erano in altre faccende affacendati? Ancora una volta noi dimostriano, rispondendo nel merito, punto per punto, che noi siamo dalla parte della legalità e loro sono dall’altra".

Prima di entrare in aula, ha annunciato di aver vinto una causa civile contro Marco Travaglio: "Il tempo è galantuomo, basta aspettare". Battuta non riferita soltanto al direttore del Fatto Quotidiano.