REDAZIONE FIRENZE

L’inchiesta sui medici. Viaggi, spa e denaro per vendere integratori

Azienda pagava perché ’spingessero’ i parafarmaci che produce. C’è anche un libro mastro. Ventuno indagati, cinque con obbligo di dimora.

I carabinieri hanno svolto gli accertamenti

I carabinieri hanno svolto gli accertamenti

di Pietro Mecarozzi

Soldi, viaggi, spa o benefit in cambio di prescrizione di integratori e prodotti parafarmaceutici. È l’inchiesta della procura di Firenze che ieri mattina ha dato esecuzione alla misura cautelari, l’obbligo di dimora nel comune di residenza, per cinque persone. La titolare dell’inchiesta, la pm Barbara Bresci, ha iscritto sul registro degli indagati 21 nomi, tra medici di base e dirigenti di una casa farmaceutica, la Shedir pharma, con sede in Piano di Sorrento (Napoli). L’accusa è di corruzione e corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio. A nove di loro viene contesto anche il 416: ovvero associazione a delinquere.

Tutto sarebbe partito dalla confessione di un medico fiorentino coinvolto in un procedimento penale per la falsificazione di certificati vaccinali anti-Covid 19. Altri tre medici operano, o operavano perché oggi in pensione, nel fiorentino, mentre gli altri indagati sono professionisti di medicina generale esercitanti tra Napoli a Modena.

Tra loro ci sono anche collaboratori e dipendenti della Shedir pharma group, società campana specializzata nel settore farmaceutico e nella commercializzazione di integratori, dermocosmetici e dispositivi medici, e delle sue controllate. Secondo gli inquirenti, i responsabili del gruppo avrebbero corrotto dodici medici con somme di denaro – che vanno da 200 a 1.200 euro –, benefit, soggiorni nella spa e vacanze pagate in villaggi turistici di Marina di Camerota. Cosa chiedevano in cambio? Di prescrivere ai loro pazienti il Neviacin, lo Shedirflu e altri paramedicinali, in assenza, si legge negli atti, "di una preventiva e obiettiva valutazione tecnico-scientifica sulla loro efficacia terapeutica".

Incontri e chiamate sono state intercettate dai carabinieri Nas di Firenze, che nel corso delle loro indagini hanno tradotto il linguaggio in codice usato dal cosiddetto consorzio criminale. Parlando di "interventi" si sarebbero riferiti alla consegna del denaro ai sanitari. Parlando di "campioni" si sarebbero indicate la somma periodicamente versata a ciascun medico.

Sei in tutto gli episodi in cui sarebbero state versate mazzette in forma di contanti o di benefit. In una delle conversazioni, un dirigente della società avrebbe anche affermato che nella sua zona di competenza avrebbe "fatturato circa 2 milioni di euro". Anche in considerazione dei prezzi dei prodotti che "se all’azienda costa 2 euro deve essere venduto a 15".

La prescrizione medica, si legge ancora, "è assolutamente propedeutica alla realizzazione degli obiettivi commerciali dell’impresa". Anche per questo sarebbe stata redatta una lista con i medici messi a "libro paga", ai quali recapitare "peperoni e altri prodotti ortofrutticoli", intesi come denaro. E quando il medico era uno "problematico da sistemare", in diverse occasioni sono state offerte ricche cene o suite in hotel da 500 euro a notte.

E per tenere i conti in ordine, il gruppo, spiegano gli inquirenti, avrebbe tenuto elenchi dove venivano registrate tutte le prescrizioni dei prodotti fatte dai singoli medici nelle zone di riferimento, la loro produttività e le somme elargite.