FIRENZE
La sua macchina ha sbandato per una trentina di metri, finendo fuori strada, sulla via Volterrana, tra Giogoli e il Galluzzo, in direzione di Firenze, la sua Firenze.
I vigili del fuoco lo hanno estratto privo di vita dalle lamiere: dentro la Panda, carambolata giovedì sera poco dopo le undici per diversi metri nel ciglio della strada, c’era Massimiliano Mearini, 56 anni.
Conosciuto da tutti come "Ciccio", del gruppo Fiorenza, storico club della curva Fiesole da lui stesso fondato. Un’icona tra i supporter, rispettato in città ma anche fuori, secondo i codici ultras condivisi ovunque, oltre i confini.
Una notizia che ha congelato il mondo del tifo viola, ma non soltanto quello.
Ciccio era stato ad esempio anche un calciante dei Verdi e grazie anche al figlio Tommaso continuava a vivere l’ambiente del Colore di San Giovanni.
"Un amico, un fratello, sempre a sostegno dei ragazzi, nel bene e nel male, hai dato tanto per questo colore, per la nostra grande famiglia - scrivono i Verdi -. Porteremo avanti la tua tifoseria con onore, in tuo onore, per sostenere i ragazzi come hai sempre fatto e come sicuramente farai ovunque tu sia. Per sempre con noi Ciccio. Ciao vecchio ultras".
"Ha scritto qualche pagina della Curva Fiesole. Riposa in pace", il saluto dell’Associazione Tifosi Fiorentina.
"Le nostre condoglianze ai familiari e a tutti gli amici che negli anni hanno potuto apprezzare le sue qualità umane e condividere il suo immenso amore per i colori viola", il ricordo del Museo Fiorentina.
Ma spulciando i social, sono decine e decine gli aneddoti che lo riguardano.
Storie di vita da ultras, trasferte, coreografie, gioie e dolori per la propria squadra del cuore, anche daspo e processi, ma soprattutto, la notizia della sua scomparsa improvvisa fa emergere tanti rapporti fraterni nati e cementati su quei gradoni.
Tutti, oggi, oltre a piangere un amico a cui il destino ha riservato una fine analoga ad altre icone del tifo viola, ricordano le sue gesta, anche senza il bisogno di raccontarle.
In curva Fiesole sin da giovanissimo, nel 1993 aveva dato vita al “suo“ gruppo, il "Fiorenza", tatuato anche sulla sua pelle.
Erano gli anni in cui lo si riconosceva anche per la sua mole. Ma di quel Ciccio, oggi, non c’erano più i chili, ma soltanto i capelli lunghi e ovviamente qualche anno in più.
In compenso, anche se la presenza in curva non era più quella di una volta, era rimasto inalterato l’indiscusso attaccamento alla maglia e continuava a essere, come tanti altri “vecchi“, un punto di riferimento per le nuove generazioni di ultras.
ste.bro.