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L’incubo del carcere di Sollicciano. Pantagruel spinge per il restyling: "La struttura sia parte della città"

L’associazione dei detenuti sta con la direttrice Tuoni: "Sbagliato demolire, ripartiamo dall’urbanistica". L’ex assessore e architetto Gianni Biagi: "Non perdiamo di vista l’operazione fatta alle Murate dal 2004".

L’incubo del carcere di Sollicciano. Pantagruel spinge per il restyling: "La struttura sia parte della città"

Struttura a un punto di non ritorno e problemi da affrontare subito sbloccando fondi per una maxi operazione, evitando però la demolizione del carcere e la ricostruzione ex novo, vista come un operazione-miraggio e irrealistica. È questo, in estrema sintesi, il pensiero della direttrice del carcere Antonella Tuoni, rilasciato in un’intervista al nostro giornale. Una linea a cui risponde l’associazione per i diritti dei detenuti, Pantagruel, animata anche dagli ex assessori di Palazzo Vecchio, Gianni Biagi e Beppe Matulli. La sintesi: ripartire dagli aspetti territoriali e urbanistici e migliorare le condizioni di vita dei detenuti.

"Quando si decise di trasferire il carcere di Firenze – commenta Biagi – a Scandicci si decise anche alcune opere che oggi sarebbero chiamate di compensazione. Ma niente di questo ad oggi è stato fatto tranne forse un asilo nido. Il primo approccio in questa direzione fra il Comune di Firenze e quello di Scandicci avviene nei primi anni di questo secolo con la firma del primo ‘Protocollo di Intesa per il quadrante sud ovest’ che prevede alcune importanti modifiche alla viabilità con la previsione di un nuovo ponte sulla Greve per migliorare l’accessibilità all’area di Casellina e altre opere pubbliche". Il protocollo, secondo Biagi, sarà ulteriormente sviluppato negli anni successivi ma sostanzialmente resterà sulla carta. "Recentemente - dice ancora - un accordo fra il Comune di Firenze, il Comune di Scandicci e con la partecipazione sempre del Dipartimento di Architettura, prevede la definizione di un Piano Guida esteso all’intero quadrante del Comune di Firenze intorno al carcere per realizzare un grande parco urbano che sia collegato ai parchi lineari della Greve e dell’Arno, alle Cascine e all’Argingrosso. E’ all’interno di questo piano guida, previsto dal nuovo Piano Urbanistico di Firenze, che sarà possibile indicare la strada per la ristrutturazione del carcere. Una ristrutturazione radicale ma non la sua demolizione".

Biagi aggiunge poi: "Una proposta più radicale di intervento potrebbe prevedere la realizzazione, in un’area del carcere o in area limitrofa esterna al carcere, di spazi volano per la detenzione dei detenuti oggi ospitati nei locali che dovranno essere ristrutturati". Da un punto di vista tecnico per Biagi l’operazione non è dissimile da quella realizzata per il recupero del vecchio carcere delle Murate. "L’intervento potrebbe anche prevedere la dotazione di adeguate residenze per gli operatori della polizia penitenziaria che, proveniendo spesso da altre regioni, hanno crescenti esigenze di abitazione. Le restanti parti del territorio esterno al carcere dovrebbero essere utilizzate per migliorare le dotazioni pubbliche come appunto un grande parco pubblico. Facendo si che la città inglobi il carcere e che si realizzi l’idea di Michelucci che il carcere è una della principali infrastrutture urbane facendo diventare l’area di Sollicciano un’area centrale della città metropolitana e non, come oggi, un settore marginale".