Non potevano nemmeno accendere il riscaldamento perché in via Toselli i balordi avevano occupato anche il locale caldaia trasformato in dimora di fortuna. E così, nonostante il freddo che punge, la paura di scendere nello scantinato in mano ai senza casa che albergano lì da 15 anni, era troppo forte. Ieri almeno lo scantinato è stato sgomberato dalla polizia municipale, dopo la denuncia presentata dall’Inps, proprietaria dell’immobile. Una vicenda emersa grazie alla denuncia dei pochi residenti rimasti, raccolta da La Nazione.
In particolare gli agenti sono intervenuti in zona San Jacopino: in via Toselli, su richiesta dell’amministratore di condominio di un palazzo per liberare i locali tecnici che erano stati occupati da alcune persone, scrive in una nota Palazzo Vecchio. Si trattava di senza fissa dimora che lo utilizzavano come dormitorio impedendo l’accesso e quindi l’esecuzione di lavori di manutenzione, la lettura dei contatori e l’accensione dell’impianto di riscaldamento.
Al momento dell’intervento la Municipale ha trovato due persone che sono state identificate. I locali sono stati liberati e messi in sicurezza da parte di una ditta incaricata dal condominio.
Blitz anche nel vicino giardino di via Galliano: l’area verde era stata oggetto di segnalazioni di residenti per la presenza di persone che, con il loro comportamento, creano disagio e timore, ai frequentatori del giardino, soprattutto anziani e bambini. Sono stati identificati cinque uomini.
"Non ci fermiamo e non ci fermeremo - sottolinea l’assessore alla sicurezza urbana Andrea Giorgio -. In città non ci devono essere zone franche. La sicurezza è un diritto universale di tutti e tutte e lavoriamo ogni giorno per migliorarla".
Sul tema delle occupazioni abusive in zona San Jacopino è recentemente intervenuto anche il presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli chiamando in causa direttamente l’Inps, proprietaria dell’immobile all’angolo tra via Toselli e via Galliano dove, da tempo, sono presenti alloggi occupati. "Qualche giorno fa ho inviato una lettera alla proprietà ribandendo la necessità di mettere in sicurezza l’edificio ed è arrivato un importante riscontro – sottolinea –. Si è aperto un canale diretto con il direttore centrale del patrimonio Inps Ferdinando Montaldi che ringraziamo per la disponibilità di aprire a breve un tavolo di discussione con tutti i soggetti preposti a trovare una soluzione per l’immobile e la vivibilità del rione".
Adesso mancano da sgomberare gli appartamenti occupati: operazione possibile solo dopo una denuncia puntuale da parte della proprietà. Man mano che gli appartamenti venivano lasciati liberi, non venivano più riaffittati, diventando miele per le api o meglio per gli occupanti. Per lo più albanesi, peruviani e sudamericani hanno trasformato il palazzo nella dimora di spaccio, violenza e prostituzione, secondo gli ultimi residenti, appena 16 famiglie che non possono permettersi il lusso di cambiare casa o anziani rimasti soli che non vogliono lasciare una vita di ricordi, radicati tra quelle mura.