
Il maestro. Pistoletto terrà una lectio in dialogo con il professor Bartalesi
L’arte è la scintilla che ha fatto scattare il passaggio dalla vita animale totalmente dipendente dal sistema naturale, alla dimensione del pensiero, alla capacità di comprendere, registrare e attivare mentalmente quello che è la vita. Del resto l’arte è questo, creazione". E’ un viaggio attraverso tre livelli di "paradiso" quello che l’uomo ha compiuto per arrivare a ciò che è oggi. Michelangelo Pistoletto, celebre artista fondatore del movimento dell’Arte Povera e candidato Nobel per la Pace nel 2025, parlerà soprattutto di questo martedì alle 15 a Palazzo Strozzi, nell’incontro organizzato dalla Classe di Scienze politico-sociali della Scuola Normale a Firenze, nell’ambito del ciclo Cattedre della Creazione della Fondazione Pistoletto. L’artista terrà una lectio in dialogo con Lorenzo Bartalesi, professore di Estetica.
Maestro Pistoletto, quand’è che l’uomo ha compiuto il primo passaggio?
"Quando volontariamente ha lasciato l’impronta della sua mano sulla parete della caverna. Una mano non fisica ma virtuale, che lo rappresentava, che vediamo ancora oggi e che quindi gli ha dato l’immortalità. Come dire che nella virtualità c’è l’immortalità, a cui si legano poi spiritualità e religione".
Questo concetto lei lo ha sviluppato attraverso il suo progetto del Primo, Secondo e Terzo Paradiso.
"In questo nostro tempo cerco di tirare le somme su cosa sia successo da quando l’essere umano è diventato pensante, sviluppando il mondo artificiale. E questo lo individuo nel passaggio dal Primo al Secondo Paradiso, da quando era ancora molto legato alla Natura, cacciatore e raccoglitore; a quando invece scopre nelle zone desertiche intorno al primo Eden, la capacità di sopravvivere facendo piccoli muri rotondi che ha chiamato Paradiso, un termine che viene dall’antica Persia".
Quindi, il suo "paradiso" cos’è?
"E’ il luogo creato per far crescere, grazie all’umidità notturna, la vegetazione, e quindi di iniziare l’agricoltura e poi l’allevamento. E’ chiamato paradiso tutto ciò che sembra miracoloso, perché l’uomo è riuscito con l’artificio a fare qualcosa meglio della Natura, da ricreare ovunque con la sua genialità e pensiero. Da qui la stanzialità delle persone".
Arriviamo al Terzo Paradiso. "Guardando il progresso del pensiero e dell’attività umana, vedo oggi che ciò che ha l’uomo fatto pesa in maniera sempre più nociva sul pianeta naturale. Siamo arrivato piano piano alla possibilità di autodistruggerci. Il Terzo Paradiso vuol dire dunque creare una responsabilità rispetto a quello che vogliamo essere e fare. Prima di tutto, spero, sopravvivere".
In questo particolare momento storico come si fa a parlare di equilibrio?
"Il problema è che abbiamo sviluppato una rapacità umana molto più feroce di quella animale. Chiunque non sia parte della nostra genia, razza, cultura è animale di cui ci possiamo nutrire. E’ come se mangiassimo esseri umani, siamo cannibali culturali. Ci permettiamo di distruggere intere popolazioni per far crescere il potere leonesco o o aquilino di qualcuno. Non è un caso che i grandi simboli degli imperi siano l’aquila e il leone".
Come ne usciamo secondo lei? Ha un messaggio di fiducia?
"Il mio è un messaggio attraverso il lavoro che stiamo facendo a "Cittadellarte" con la mia Fondazione, che è un’organizzazione no profit, pensata come un grande laboratorio creativo, una fabbrica di idee e progetti con l’obiettivo di connettere l’arte contemporanea con tutti gli ambiti che formano la società. Ma è un lavoro lento, difficile e basato sull’educazione che si riferisce alla formula della creazione attraverso i tre cerchi del mio ‘Terzo Paradiso’, per far attivare gli opposti creando pace armonia ed equilibrio. Dipende da noi".
Che effetto le fa essere candidato al Nobel per la pace?
"Mi ha sorpreso che sia già così noto il lavoro che sto facendo con "Cittadellarte" attraverso le nostre ambasciate, per la diffusione del concetto di "pace preventiva". Questo vuol dire che l’arte ha prodotto qualcosa che si sta attivando nella vita sociale. E questo mi fa molto piacere, ma non dobbiamo perdere tempo".