L’investimento per i figli: "Noi affittiamo a stranieri. E non ci sentiamo in colpa"

Stefania Cecchi, fiorentina di 60 anni, racconta come ha investito le sue risorse per aiutare i figli nel futuro incerto, difendendo la sua attività di affitto turistico dagli attacchi e dalle critiche.

Stefania Cecchi ha 60 anni. Fiorentina, nonno partigiano che ha ipotecato la casa per la nascita della prima Coop a Firenze, da sempre di sinistra e iscritta alla Cgil, fermamente convinta del diritto alla salute, all’istruzione e alla casa per tutti. Con il marito Aldo ha due figli, "entrambi con un buon lavoro – racconta – ma ci siamo posti il problema di come sarà il futuro, soprattutto quando arriveranno alla pensione visto che i tempi sono cambiati. Per questo abbiamo deciso di impiegare le nostre liquidazioni e il mio fondo pensionistico per aiutarli ad acquistare un secondo immobile in modo che possano contare su un reddito aggiuntivo".

I due giovani hanno chiesto un mutuo che, prosegue la madre, "potranno pagare solo affittando gli immobili ai turisti. Dunque affittiamo, paghiamo tutte le tasse da sempre e facciamo regolarmente le denunce alla questura. Inoltre l’immobile ha l’abitabilità, abbiamo ottenuto il Cin, ci siamo dotati di estintore e rilevatore di monossido nei termini di legge. Abbiamo recensioni a 5 stelle, perché accogliamo i turisti con entusiasmo cercando di fare in modo che si portino via un ricordo meraviglioso e quindi siamo anche un biglietto da visita per la città". Sempre per aiutare i figli, Stefania e Aldo si occupano in prima persona della gestione. "Non siamo speculatori, non stiamo togliendo case ai poveri per darle ai ricchi. Siamo persone comuni e stiamo facendo dei sacrifici", aggiunge Cecchi che conclude: "Siamo stanchi di essere criminalizzati come i responsabili della fuga dal centro dei residenti o della moria dei piccoli negozi".

Rossella Conte