Lo scatolificio in ginocchio: "L’acqua è entrata ovunque. Dopo 80 anni siamo finiti"

Luigi Cianchi, titolare di uno scatolificio artigiano, lotta contro l'alluvione che ha distrutto la sua attività da ottant'anni. I danni sono stimati in 50mila euro, ma lui non si arrende.

È la forza della disperazione, la voglia di non mollare, di non arrendersi alle avversità quella che muove Luigi Cianchi, titolare di una piccola ditta artigiana che realizza scatole su misura, lo scatolificio Artigiano Paolino. Ieri è stato tutto il giorno nel suo capannone, dalle 6 di mattina fino a tarda sera, quando amici e nipoti sono riusciti a raggiungerlo per dargli mano, per ripulire e gettare via i cartoni ormai inutilizzabili, diventati una poltiglia. Non ha smesso un attimo per cercare di salvare il salvabile, da quando giovedì notte l’acqua ha invaso via Palagetta e via della Crescia, a San Piero a Ponti.

"Ero qui, da solo – racconta – e ho cercato di spostare in alto qualche cartone, qualche documento in ufficio, qualche fustella. Ma come facevo? L’acqua saliva. Sarà arrivata a 30 centimetri per strada, ma dentro il capannone, dove c’erano i cartoni, sono bastati 10 centimetri per rovinare tutto". I fogli più vicini al pavimento hanno assorbito l’acqua, uno dopo l’altro, si sono piegati e hanno fatto cadere anche le pile di cartone più in alto. Così si è rovinato tutto, tutto da buttare: un intero carico di materiale, arrivato il giorno prima dell’alluvione, è andato perso. "Devo ancora pagarlo, saranno 20mila euro", dice con voce affranta. Ma i danni sono molti di più. La prima stima è di 50mila euro. Sono bastati dieci centimetri d’acqua per spazzare via i sacrifici di una vita. E’ da quasi ottant’anni che esiste lo scatolificio. "Ha iniziato mio padre, poi ho continuato io. Dal 1966 siamo qui . Con i rincari che ci sono stati sono riuscito a barcamenarmi e ad andare avanti con l’attività, ma adesso non so più come fare".

Monica Pieraccini