A Firenze e in Toscana germogliano e si consolidano quei sentimenti, quelle pulsioni, quegli eventi che dividono la borghesia italiana e sono forieri di nuove tendenze politiche e, prima, culturali. Non costituiva eccezione di per sé lo sciopero generale proclamato a Firenze a fine agosto 1902, a seguito del licenziamento di 22 operai della Pignone, ma furono anomali i disordini che si perpetuarono fino al 3 settembre. La novità, con Giolitti ministro dell’Interno del governo Zanardelli, stava nel fatto che il richiamo all’anziano prefetto Antonio Winspeare non verteva sul mancato governo della fabbrica in sciopero, bensì sul controllo dell’ordine pubblico e sulla mancata repressione dello sciopero nei servizi pubblici.
CronacaLo sciopero alla Pignone fu antesignano